Milano, a processo il fondatore del Tempio del Futuro Perduto: “Invasione di suolo pubblico”
È una storia controversa quella che riguarda il collettivo del Tempio del Futuro Perduto che negli ultimi anni a Milano ha dato vita a una lunga serie di iniziative a favore della collettività, che hanno raccolto il plauso di tantissimi cittadini. Ma è anche al centro di una polemica a causa dell'occupazione di alcuni dei locali della Fabbrica del Vapore, di proprietà del Comune di Milano. Oggi l'annuncio l'ideatore e portavoce del collettivo Tommaso Dapri ha annunciato con un lungo post su Facebook che dovrà andare a processo.
Gli spazi della Fabbrica del Vapore occupati e ristrutturati
"È giusto che io sia processato. Sono consapevole dell’ordinamento giuridico basato sulla nostra Costituzione, che rispetto profondamente, e non ho problemi ad assumermi la responsabilità delle mie azioni – spiega Tommaso sul social – i ganci per i vestiti del Muro della Gentilezza non sono autorizzati, la ristrutturazione dell’edificio abbandonato non è autorizzata, l’organizzazione delle manifestazioni che hanno permesso la ristrutturazione dell’edificio non erano autorizzate, l'opera raffigurante Giulio Regeni e Valeria Solesin è un graffito abusivo". Poco più di un mese fa infatti in via Luigi Nono a Milano è stato inaugurato il cosiddetto "Muro della Gentilezza", un muro sul quale sono stati appesi dagli stessi volontari del collettivo dei ganci per permettere a chiunque di appendere e dunque donare abiti o qualunque bene di prima necessità. E ancora sono stati posti degli scaffali sui quali poter lasciare libri, coperte, cuscini, sacchi a pelo, spazzolini e anche ombrelli: un modo avevano spiegato a Fanpage.it per raccogliere il maggior numero di beni così da poterli mettere a disposizione della comunità: un'iniziativa dunque per aiutare il prossimo.
Muro della Gentilezza: raccolti in un mese 10mila capi d'abbigliamento e 1500 libri
Solo ieri l'associazione Nuovo Rinascimento, il collettivo di giovani che organizza e gestisce le attività culturali e solidali all'interno della struttura, aveva diffuso i dati circa i beni raccolti in un mese grazie al Muro della Gentilezza: otre 10.000 capi d'abbigliamento, circa 1500 libri, centinaia di giocattoli e beni per la cura dell'igiene o per combattere il freddo invernale. Oggi la doccia fredda invece della notizia dell'imminente processo per il fondatore del Tempo del Futuro Perduto: "Il fatto che giovani cittadini si prendano cura di uno spazio abbandonato e lo facciano rinascere per restituire valore alla città, non è criminale – scrive nel suo lungo post Tommaso – creare una biblioteca per la fruizione gratuita dei libri o dar vita al muro della gentilezza, non è criminale. Perseguire la bellezza riaprendo spazi nascosti e praticare la gentilezza essendo accoglienti non è criminale: è giusto. Mettere a disposizione di tutti i milanesi uno spazio partecipato e inclusivo, non è criminale; e non è criminale chiedere a gran voce all'amministrazione di adeguarsi alle procedure messe in pratica dalle grandi città europee per legalizzare progetti simili al nostro".
Vicesindaco Scavuzzo: Rientrare nella legalità
In passato sono stati diversi i consiglieri del comune di Milano che si sono schierati contro l'occupazione abusiva del collettivo come il consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico: "Da quasi tre anni gli spazi della Fabbrica del Vapore sono occupati. Si tratta di spazi che devono essere rimessi a bando quanto prima, in modo che possa nascere qualcosa di utile e soprattutto di legale", le parole di De Chirico. Lo stesso comune in una lunga lettera a firma della vice sindaco di Milano Anna Scavuzzo aveva invitato il collettivo a "rientrare nella legalità": "Al momento della vostra occupazione abusiva avete avviato un'attività culturale senza aver ricevuto autorizzazioni di alcun tipo – le parole dell'assessore alla Sicurezza – la stessa cosa vale per la realizzazione dei murales sul muro all'interno del giardino e per la tinteggiatura della facciata principale. Ma questa struttura necessita di interventi anche strutturali: non bastano la tinteggiatura e i murales".
Gli spazi messi a bando e mai assegnati
I locali della Fabbrica del Vapore messi a bando diverse volte dal Comune e mai assegnati sono ora oggetto di un nuovo capitolo: al suo interno però negli anni le cose sono cambiate, a partire proprio dalla presenza del collettivo in 5mila dei 12mila metri quadrati dello spazio. Oltre che alle numerose iniziative portate avanti negli anni che hanno visto la presenza di numerosi artisti che hanno esposto e regalato le proprie opere all'interno dei locali. La questione ora è finita davanti a un giudice che dovrà esprimersi sulla questione mentre le attività del collettivo proseguono e la richiesta del comune di sgomberare gli spazi per metterli in sicurezza vanno avanti.