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Covid 19

Milano, 61 croci bianche al Cimitero Maggiore per quelle vittime di Covid che nessuno reclama

Al Cimitero Maggiore di Milano sono sepolte 61 persone i cui famigliari non ne hanno reclamato la sepoltura della quale si è fatta carico il comune. Si tratta di vittime del Covid-19, sepolte nel Campo 87, con una croce bianca e il proprio nome a riconoscerle: i famigliari che vorranno ricevere informazioni in futuro potranno rivolgersi a un ufficio preposto. “Nessuna fossa comune – ha chiarito l’assessore ai Servizi Civivi Roberta Cocco – ma sepolture dignitose di cui ci siamo fatti carico”.
A cura di Chiara Ammendola
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Le croci bianche poste al Campo 87 del Cimitero Maggiore
Le croci bianche poste al Campo 87 del Cimitero Maggiore
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Persone decedute durante la pandemia di Coronavirus i cui familiari non ne hanno predisposto la sepoltura, delle quali si è così fatto carico il comune di Milano: sono 61 e sono state sepolte al Campo 87 del Cimitero Maggiore con una piccola croce bianca e un nome a indicarne. Nessuna fossa comune dunque come qualcuno aveva ipotizzato inizialmente quando la notizia è stata diffusa dallo stesso sindaco di Milano Beppe Sala, a precisarlo è l'assessore ai Servizi Civivi Roberta Cocco: "Sono sepolture dignitose di cui ci siamo fatti carico perché si tratta di casi eccezionali che riguardano persone senza famiglia o anche persone i cui famigliari sono ora ricoverati in ospedale, spesso in gravi condizioni – ha spiegato l'assessore – o anche famigliari che non sono a conoscenza di quanto è loro accaduto perché distanti e in difficoltà".

In questa enorme tragedia queste persone non avrebbero avuto una sepoltura

Ogni persona sepolta ha una croce con il proprio nome così da poter essere riconoscibile e individuabile a quei famigliari che potranno farsi vivi in futuro e che attraverso l'ufficio dei funebri del comune di Milano riceveranno tutte le informazioni. Il Campo 87 verrà finito ad erba e dunque rimarrà anche per gli stessi famigliari: serviranno però due anni, per motivi sanitari, prima che possano essere eventualmente esumate o cremate. "È un segnale importante in questa enorme tragedia, queste persone non avevano nessuno che poteva occuparsi di loro, il comune di Milano ha voluto garantire loro uno spazio e una sepoltura con grande dignità", le parole dell'assessore Cocco.

Nessuna fossa comune ma sepolture dignitose

La decisione è stata presa dal comune dopo che si è reso necessario ridurre da trenta a cinque giorni il tempo massimo per le sepolture subito dopo i decessi: "I numeri crescevano e così con l'ordinanza del sindaco era necessario avere un luogo per operare le sepolture nel minor tempo possibile – ha spiegato l'assessore Cocco – ogni salma che ha un chip individuale e viene sepolta singolarmente, per questo non credo sia corretto parlare di fosse comuni". Una spiegazione che vuole mettere un freno alle polemiche susseguitesi in questi giorni e che vuole così spiegare quelle 61 croci bianche in un campo del cimitero Maggiore.

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