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Mette in vendita su Facebook il figlio nascituro, ma era falso: denunciata 28enne di Milano

Aveva pubblicato su Facebook un annuncio in cui metteva in vendita il proprio figlio nascituro, a un prezzo di partenza di diecimila euro. L’autrice dell’annuncio, prontamente identificata dalla polizia postale, è una ragazza di 28 anni residente a Milano. Alla polizia ha spiegato che la sua era solo una provocazione: la ragazza non è neanche incinta. È stata denunciata a piede libero.
A cura di Francesco Loiacono
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Aveva pubblicato online un annuncio in cui metteva in vendita il proprio figlio nascituro, a un prezzo di partenza di diecimila euro. L'autrice dell'annuncio, prontamente identificata dalla polizia postale, è una ragazza di 28 anni residente a Milano. Alla polizia ha rivelato che la sua era solo una provocazione: la ragazza infatti non è neanche incinta. Ma il suo gesto le è comunque costato una denuncia a piede libero dalla polizia ai sensi dell'articolo 71 della legge 184/83 (poi modificata nel 2001), che punisce chi affida in maniera definitiva a terzi un minore, con aggravanti nel caso il reato sia commesso da tutori o genitori.

L'annuncio era apparso sul gruppo Facebook Compro e vendo tutto

L'indagine era partita dopo che su un gruppo Facebook "Compro e vendo tutto" la 28enne aveva pubblicato il finto annuncio di vendita, corredato dalla foto di un'ecografia, scaricata dalla rete. La ragazza spiegava di essere al quinto mese di gravidanza e offriva il proprio nascituro al miglior offerente, partendo da una base d'asta di diecimila euro. Il personale della polizia postale e delle comunicazioni di Catania ha trovato l'annuncio scandagliando i social network, e ha fatto partire le indagini. La 28enne è stata prontamente individuata: si tratta di una ragazza sposata, che lavora come addetta in un esercizio commerciale.

Alla polizia, che ha perquisito la sua abitazione, ha spiegato di aver pubblicato l'annuncio a mo' di provocazione. La ragazza è insomma uno dei tanti "troll" che si trovano in giro sui social network. Come spiega la polizia postale, si tratta di una persona "che interagisce con altri nell’ambito degli spazi virtuali, pubblicando scritti possibilmente falsi, diffamatori, molesti, fortemente provocatori, al fine di attirare l’attenzione, fomentare le discussioni e disturbare". Condotte che possono essere perseguibili penalmente.

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