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Mense a km zero e orti a famiglie in difficoltà: a Milano il piano per ridurre gli sprechi

Lunedì 5 ottobre in Consiglio comunale a Milano saranno votate due delibere sulla “Food policy”: si tratta di un piano per garantire il diritto al cibo e lottare contro gli sprechi alimentari, da attuare attraverso alcune azioni concrete. Tra queste l’apertura delle mense scolastiche agli anziani, l’assegnazione di orti urbani a famiglie in difficoltà e incentivi a utillizzare ingredienti a km zero.
A cura di Francesco Loiacono
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Nella Milano di Expo il problema degli sprechi di cibo, dello scarso accesso a un'alimentazione sana per tutti e di una scarsa educazione alimentare sono temi concreti. Ecco che allora, approfittando del tema dell'Esposizione universale, il capoluogo lombardo cerca di darsi regole e indirizzi precisi per mettere in pratica, declinandolo localmente, quello che è il claim di Expo: "Nutrire il pianeta, energia per la vita".

Lunedì 5 ottobre, nel corso del Consiglio comunale, tra i vari temi affrontati vi saranno anche due delibere: la prima sull' approvazione del "Milan urban Food policy pact", patto internazionale sulle politiche alimentari urbane. La seconda, in ambito più locale, sulle "Linee di indirizzo della Food policy di Milano 2015-2020". Si tratta di un piano d’azione per il miglioramento del sistema alimentare locale, che attraverso l'individuazione di alcune priorità vuole consentire alla città di diventare sostenibile anche sul tema dell'alimentazione, andando a correggere alcune storture nel ciclo alimentare cittadino.

Mense a km zero e orti a famiglie in difficoltà: a Milano il piano per ridurre gli sprechi

Il percorso è nato da lontano, con un monitoraggio effettuato da Comune e Fondazione Cariplo sul rapporto tra città e cibo. A Milano ci sono 225mila persone che vivono in condizioni di povertà, famiglie e anziani che non mangiano adeguatamente, mense scolastiche costrette a buttare eccedenze di cibo. Obiettivo del piano è intervenire su queste aree introducendo alcune novità o incentivando pratiche già in uso. Ad esempio il rapporto virtuoso tra Milano ristorazione (che gestisce le mense scolastiche) e il Banco alimentare, che recupera il cibo avanzato destinandolo alle mense per i poveri. Oppure gli orti urbani, affidati dal Comune agli anziani, e che nel futuro potrebbero essere destinati alle famiglie in difficoltà economiche per il loro autosostentamento.

L'educazione alimentare potrebbe passare direttamente da interventi all'interno dei mercati rionali, dall'incentivazione dei gruppi di acquisto solidale, mentre un intervento volto a garantire da un lato il diritto al cibo e dall'altro la lotta agli sprechi potrebbe essere ad esempio l'apertura delle mense scolastiche anche agli anziani. Una volta approvata la delibera, per controllare l'avanzamento delle proposte e la loro effettiva realizzazione sarà istituito un "Consiglio metropolitano del cibo", composto da esperti e cittadini. Sperando che, oltre a pareri e indirizzi, abbia anche qualche potere concreto.

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