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Medico e infermiera killer a Saronno, 35 morti sospette: “Uccisi con la roba di Michael Jackson”

Si allarga l’inchiesta della procura su Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni, medico e infermiera killer arrestati martedì con l’accusa di aver ucciso cinque persone, in gran parte anziani pazienti dell’ospedale di Saronno. Sarebbero 35 le morti sospette su cui indaga la magistratura. L’altro filone delle indagini riguarda le omissioni e le responsabilità di chi doveva sapere quanto accadeva in ospedale e non lo ha mai denunciato.
A cura di Francesco Loiacono
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I due arrestati, Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni (Facebook)
I due arrestati, Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni (Facebook)

Sono 35 le morti sospette sotto la lente degli inquirenti che indagano sulla coppia killer formata da Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni. I due, anestesista il primo e infermiera la seconda, sono stati arrestati martedì mattina con l'accusa di omicidio volontario per cinque casi. Quattro sono anziani pazienti dell'ospedale di Saronno, uccisi dall'anestesista con il suo "protocollo Cazzaniga" che gli aveva fatto guadagnare la nomea di "Angelo della morte": un mix di potenti farmaci somministrati in sovradosaggio. La quinta vittima è invece l'ex marito dell'infermiera, ucciso lentamente dai farmaci che i due gli somministravano dopo aver alterato le sue analisi cliniche e avergli fatto credere di essere diabetico. Le cinque morti coprono un arco temporale che va dal 2012 al 2013. Ma l'attenzione della procura di Busto Arsizio – l'indagine è coordinata dal procuratore capo Gianluigi Fontana e dal pubblico ministero Cristina Ria – si è spostata anche su altri decessi sospetti avvenuti a partire dal gennaio 2011, data in cui Cazzaniga è approdato all'ospedale di Saronno.

L'inchiesta rischia di allargarsi a dismisura: le indagini, oltre all'operato dei due amanti – il cui delirio di onnipotenza trapela dalle pagine dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere – devono anche accertare le responsabilità dei 14 indagati, tra cui alti dirigenti medici della struttura, che hanno in qualche modo permesso al medico "che si credeva dio" e alla sua amante infermiera di continuare ad operare. E questo nonostante il "protocollo Cazzaniga" fosse conosciuto tra i corridoi dell'ospedale, come avrebbero confermato almeno sette infermieri e come sembrano rivelare in particolare due intercettazioni contenute nell'ordinanza.

Un dipendente: "Gli ha fatto la roba che ha ucciso Michael Jackson"

In una, riportata dal Corriere della sera, due dipendenti dell'ospedale parlano tra loro: "Li ammazzava?", chiede il primo riferito a Cazzaniga. "Sì gli faceva il propofol a endovena", dice l'altro. Che di fronte alle insistenze dell'interlocutore sottolinea: "L’ha ammazzato … è arrivato in pronto soccorso… non so cosa… gli ha fatto duecento milligrammi di propofol, venti milligrammi di morfina e sessanta milligrammi di midazolam… gli ha fatto una roba… cioè quella che aveva ucciso Michael Jackson".

Il ricatto di una dottoressa al primario

Un'altra intercettazione, riportata dal Corriere della sera, sembra mettere nei guai la dirigenza dell'ospedale di Saronno. Riguarda una dottoressa che avrebbe messo in atto una sorta di ricatto, chiedendo un posto di lavoro in cambio del silenzio sull'operato di Cazzaniga: "Se io il 24 settembre però non ho un lavoro, io faccio scoppiare un casino! E ho le carte in mano per farlo scoppiare davvero perché adesso sono veramente stanca di essere presa per il c…", dice la dottoressa (indagata in quanto avrebbe aiutato la Taroni a falsificare le analisi del marito) al primario del pronto soccorso (anche lui iscritto nel registro degli indagati). E in un altro passaggio delle intercettazioni la donna è ancora più esplicita: dice che se i vertici ospedalieri non l’aiuteranno avviserà "i parenti dei pazienti morti che un medico del reparto li ha ammazzati".

Sull'incredibile vicenda di Saronno è arrivato il lapidario commento dell'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera: "Siamo sconcertati". La Regione Lombardia ha istituito una commissione d'inchiesta sul pronto soccorso dell'ospedale.

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