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Mattarella a Codogno: “Ora è il tempo in cui tutti dobbiamo lavorare per il nostro Paese”

In occasione del 74esimo anniversario della nascita della Repubblica Italiana, il capo dello Stato Sergio Mattarella si è recato a Codogno per commemorare le vittime della pandemia che ha investito l’Italia e la Lombardia. Il Presidente della Repubblica era accompagnato dal governatore lombardo Attilio Fontana, dal sindaco di Codogno e dai sindaci della ex zona rossa del Lodigiano.
A cura di Filippo M. Capra
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Dove tutto è iniziato. Là si è recato oggi, 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica, il capo dello Stato Sergio Mattarella, accolto da lunghi applausi a Codogno, nel Lodigiano, paese simbolo dell'epidemia da Coronavirus che ha travolto la Lombardia. Qui, il 21 febbraio scorso sono cambiate le sorti dell'Italia, con la scoperta di quello che per molto tempo si è creduto il paziente uno, Mattia, dirigente della Unilever arrivato in condizioni critiche al pronto soccorso del nosocomio del comune lodigiano.

Il sindaco di Codogno: Il 21 febbraio sia giorno nazionale per ricordo vittime

Prima dell'intervento del capo dello Stato, hanno preso la parola il sindaco di Codogno, Francesco Passerini, che ha ricordato i momenti drammatici subito dopo la scoperta del primo caso, e i momenti del lockdown, annunciando che il 21 febbraio sarà il giorno indicato per ricordare le vittime. Il primo cittadino ha detto che "ci auspichiamo diventi il giorno nazionale".

Fontana: La Lombardia ha pianto troppe vittime

Dopodiché, ha preso la parola il governatore della Lombardia Attilio Fontana. Ecco il suo intervento:

"Oggi intervengo con grande commozione e con partecipazione per la festa della Repubblica. Settantaquattro anni oggi dal giorno in cui gli italiani fecero la Storia del nostro Paese. Il 20 febbraio scorso la Storia è nuovamente mutata. Un male ha travolto la vita delle nostre donne e dei nostri uomini. La Lombardia per prima ha sofferto le conseguenze dell'epidemia e pagato un prezzo più alto in termini di vite umani. Abbiamo contato troppe vittime, e dobbiamo ricordare i loro parenti, per fargli arrivare il nostro cordoglio. Ma dobbiamo anche ricordare le migliaia di malati curate con indicibile attenzione. Con la forza e la determinazione dei nostri medici, insieme a coloro che ci hanno aiutato dall'estero. Grazie per l'affetto che hanno dimostrato".

"L'emergenza sanitaria ha posto a dura prova i cittadini, colpiti da una tragedia che avrà conseguenze importanti. Ci approcciamo a una nuova normalità che non sarà più la stessa di prima. Dovremo adeguarci ad un nuovo senso civico. Nel buio dei giorni trascorsi non è mai mancata la solidarietà dell'Italia tutta. Il Presidente Mattarella si è sempre impegnato personalmente per sapere come procedesse l'emergenza. La condivisione deve essere il motore di un Paese unito pur nelle sue differenze. Dobbiamo continuare ad amare il nostro territorio e la nostra Italia. Viva la Lombardia e viva l'Italia".

Mattarella: Ricordiamo i medici, vittime del loro senso del dovere

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha commemorato le vittime della pandemia:

"Vorrei chiedere di rinnovare il mio ringraziamento ai concittadini dei sindaci della zona rossa del Lodigiano per la serietà dei sacrifici. Il ringraziamento si estende anche ai cittadini di Vo' Euganeo. Ringrazio quanto fatto dal volontariato spontaneo. La celebrazione del 2 giugno ha luogo quest'anno qui, a Codogno, e idealmente in tanti altri luoghi in cui il dolore ha colpito il nostro popolo, dove conto di recarmi. In questi luoghi si ritrova oggi la Repubblica. Da Codogno vogliamo ribadire i valori della Costituzione, ricordando i concittadini morti per il Covid e rinnovando solidarietà a famigliari e comunità. Questi vuoti sono ferite che possiamo tentare di ricucire soltanto con il ricordo. Ricordandoli tutti. Questa visita assume anche i significato di auguri a coloro che stanno lottando per guarigione, e mi consente di rinnovare la riconoscenza della repubblica a quanti si sono prodigati per curarli e assisterli senza domandarsi chi fossero, senza chiedere da dove venissero e che idee professassero. Non va dimenticato quanto hanno fatto con generosa abnegazione tutti i rappresentati del personale sanitario che ha contrastato l'epidemia. Molti sono rimasti vittime del loro senso del dovere".

"Non ci sono parole adeguate per esprimere la riconoscenza che meritano. Siamo stati testimoni di azioni di altruismo, si è manifestato un patrimonio morale presente nel nostro Paese, spesso sommerso, che va esaltato. Il sommerso del bene che l'ha fatto prevalere affinché caratterizzi in modo positivo la ricostruzione della nostra società. Questo è il tempo dell'impegno che non lascia spazio a polemiche e distinzioni, tutti siamo chiamati a lavorare per il nostro Paese, ognuno nella sua parte. In questa visita breve a Codogno, oggi, come poche ore fa a Roma, è presente l'Italia della solidarietà e del coraggio. In una continuità ideale in cui celebriamo ciò che tiene unito questo Paese. Da qui vogliamo ripartire. Grazie ai sindaci, ai governatori e ai nostri concittadini per l'esempio che hanno dato all'Europa e al mondo".

Il Presidente della Repubblica ha poi posto una corona di fiori al cimitero del paese.

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