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Martina Levato: “Se uno tirasse l’acido su mio figlio, l’ammazzerei”

Dopo aver visto a distanza di una settimana suo figlio Achille, Martina Levato, condannata per l’aggressione con acido a Pietro Barbini, ha detto: “Se qualcuno tirasse acido a mio figlio lo ammazzerei”. Per l’avvocato è segno del cambiamento avvenuto nella ragazza dopo la maternità. Lunedì Alexander Boettcher, padre del bambino e complice dell’aggressione, incontra gli assistenti sociali per sapere quando potrà incontrare il figlio.
A cura di Francesco Loiacono
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Da quando ha partorito, sembra che improvvisamente Martina Levato, la studentessa condannata a 14 anni per l'aggressione con acido a Pietro Barbini, sia cambiata. Lo assicura l'avvocato della ragazza, Laura Cossar, che per la prima volta ha incontrato Martina dopo la nascita del figlio Achille – frutto della sua relazione con Alexander Boettcher, anche lui condannato a 14 anni per la stessa aggressione. In questi giorni dichiarazioni riferite da Martina sulla sua voglia di essere madre e di stare insieme al suo bambino abbondano. Frutto, forse, di una precisa strategia in vista del procedimento in corso presso il tribunale dei minori per l'adottabilità del piccolo.

Martina Levato: "Se uno tirasse l'acido su mio figlio, l'ammazzerei"

Ma alcune affermazioni della ragazza suonano quanto meno inopportune, anche considerando il nuovo processo che partirà tra qualche giorno – il 18 settembre – e che riguarda altre presunte aggressioni compiute dalla "coppia dell'acido" con la complicità di Andrea Magnani. Una di questa frasi riguarda proprio il piccolo Achille: "Ho pensato che se qualcuno facesse a lui lo stesso, con l’acido… Io l’ammazzerei", avrebbe detto la studentessa al suo legale, secondo quanto riportato dal Corriere della sera. Affermazione che non mancherà di alimentare polemiche soprattutto in chi, in questa storia che va avanti ormi dallo scorso dicembre, vede un'attenzione eccessiva sugli autori delle aggressioni e non altrettanta importanza riservata alle vittime dei loro attacchi, che rimarranno condizionate per la vita dai loro gesti.

Martina ha pronunciato queste parole dopo aver riabbracciato a una settimana di distanza suo figlio, all'interno di una stanza del carcere di San Vittore. Come disposto dai giudici e dai servizi sociali, mamma e bambino potranno infatti incontrarsi una sola volta alla settimana, col divieto per Martina di allattare direttamente al seno il bambino. Per il legale, la frase è un segno ulteriore di una breccia nel comportamento della ragazza: finora considerata apatica dai giudici, più interessata al suo rapporto con Boettcher che al loro bambino. Un ulteriore segno del cambiamento imporvvisamente manifestatosi nella ragazza quando ha partorito suo figlio e poi ne è stata separata.

Segni che naturalmente saranno valutati dai giudici che si occupano del procedimento, nel quale sono entrati ufficialmente anche il padre del bambino e la nonna paterna. Proprio Alexander lunedì incontrerà intanto gli assistenti sociali: dovranno comunicargli gli orari e le modalità per incontrare a sua volta il piccolo Achille, che non ha mai avuto modo di abbracciare.

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