Mario Bozzoli è svanito nel nulla: nessuna traccia dell’imprenditore nei forni della fonderia
L'8 ottobre dello scorso anno in una fonderia di Marcheno, in provincia di Brescia, scompariva uno dei due proprietari dello stabilimento, l'imprenditore Mario Bozzoli. Da allora è passato ormai un anno, ma del cinquantenne non c'è nessuna traccia. Letteralmente: una prima relazione depositata dai Ris di Parma sui resti dei due forni della fonderia – dove secondo i magistrati che indagano sul caso sarebbe stato gettato il corpo dell'imprenditore -, afferma che non sono state trovate sostenere chimiche riconducibili a resti umani. Stesso esito negativo per gli esami svolti sulle manichette del sistema di filtraggio dei fumi, su della sostanza polverosa grigia recuperata negli armadietti della fonderia e su una siringa prelevata nella fabbrica, che non contiene alcuna sostanza psicotropa o stupefacente.
Mario Bozzoli sembra essere svanito nel nulla
Mario Bozzoli, insomma, sembra essere svanito nel nulla. Ma l'inchiesta sulla sua scomparsa, come assicurato dal procuratore capo di Brescia Tommaso Buonanno, andrà avanti. Sono quattro al momento le persone indagate, con le accuse di omicidio e distruzione di cadavere: i due nipoti di Mario Bozzoli, Alex e Giacomo, figli del fratello Adelio, e due operai della fonderia, Oscar Maggi e Aboagye Akwasi. Tutti si sono sempre proclamati innocenti.
Gli inquirenti non perdono le speranze: c'è ancora molto materiale da esaminare, oltre la metà dei campioni prelevati. Si trovano in due caserme: si tratta di scarti di lavorazione e lingotti di ottone, la merce normalmente prodotta dalla fonderia quando era in attività. Un lontano ricordo, ormai.
I cancelli della fabbrica custodiscono un doppio mistero
La fabbrica, infatti, ha chiuso: l'ultimo atto del commissario liquidatore nominato dal tribunale di Brescia è stato il licenziamento di tutti gli operai, ormai da mesi in cassa integrazione. Adelio Bozzoli e la moglie di Mario, a cui è passata l'altra metà della fonderia, non sono riusciti a mettersi d'accordo, né si è fatto avanti qualche altro compratore. E così i cancelli della Bozzoli, che erano stati riaperti dopo il sequestro ordinato dalla magistratura, rischiano adesso di rimanere chiusi per sempre, custodendo dietro di sé un doppio mistero: la sparizione di Mario Bozzoli e la morte, apparentemente per suicidio, di un altro operaio della fonderia, Beppe Ghirardini, deceduto a una settimana dalla scomparsa di Bozzoli dopo aver ingerito una capsula di cianuro. Ipotesi che i familiari dell'uomo hanno sempre respinto con forza.