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Marcolino, nato prematuro, festeggia il primo compleanno con lo staff del Niguarda che lo ha salvato

La sua prima candelina l’ha soffiata insieme con lo staff medico del reparto di Terapia Intensiva Neonatale del Niguarda, Marcolino, il bambino nato prematuro nel novembre del 2018: il piccolo insieme con la sua famiglia ha così voluto ringraziare chi lo ha assistito nei quattro mesi trascorso in ospedale sotto la presenza costante di mamma Chiara.
A cura di Chiara Ammendola
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Marcolino e la sua famiglia con lo staff del reparto TIN dell'ospedale Niguarda di Milano
Marcolino e la sua famiglia con lo staff del reparto TIN dell'ospedale Niguarda di Milano

Ha deciso di festeggiarlo tra i suoi "zii" che per quattro mesi nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell'ospedale Niguarda di Milano lo hanno assistito e curato, facendo sì che potesse tornare a casa dalla sua famiglia. E così Marcolino che nei giorni scorsi ha compiuto il suo primo anno di vita è tornato con i genitori dai suoi angeli per spegnere in loro compagnia la sua prima candelina perché mamma e papà quando hanno portato a casa il loro piccolo costretto a vivere per quasi quattro mesi in ospedale si son fatti una promessa: "Il primo anno di vita di Marco lo festeggeremo proprio qui, dove tutto è iniziato e per fortuna si è concluso al meglio".

Quattro mesi nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale del Niguarda

È il novembre del 2018 quando Marco viene alla luce, pochi giorni prima del 17. Ha fretta e per questo decide di venire alla luce in anticipo di ben tre mesi rispetto al termine previsto: è piccolo Marco e alcuni organi non hanno avuto abbastanza tempo per crescere e maturare, per questo ha bisogno della ventilazione assistita per riuscire a respirare. Trascorre così due mesi in un'incubatrice, seguiti da altri due mesi nel reparto del TIN del Niguarda a causa di successive complicazioni e di due operazioni all'intestino. Mamma Chiara è sempre lì, accanto a lui, perché in quel reparto è possibile assistere i propri figli, o come li chiamano tutti, i "piccoli guerrieri", 24 ore su 24: "Entrai cautamente e iniziai a sentire questi suoni assordanti e indimenticabili… quante incubatrici… quanti genitori seduti accanto a queste piccole scatole di plastica – racconta Chiara – si avvicinarono tre ragazze: le prime vestite di azzurro erano infermiere, quella vestita di blu invece era una dottoressa, come scoprii dopo. Si presentarono e mi descrissero accuratamente, ma con tanta gentilezza, cosa fossero tutti i tubicini che erano attaccati al mio scricciolo. Non riuscii a trattenere le lacrime. Ecco, questo fu solo l'inizio".

Mamma Chiara: Sono stati la mia famiglia

Un racconto commosso quello di Chiara che oggi però sorride accanto al suo Marcolino e allo staff del Niguarda che l'ha assistita in quei lunghi quattro mesi: "Ho passato le mie giornate lì, soprattutto da sola, perché il mio compagno doveva lavorare e mi raggiungeva la sera, ma sinceramente non mi sono mai sentita abbandonata, anzi, era come se vivessi in una grande famiglia – continua nel suo racconto – tutti questi dottori e soprattutto gli infermieri sono sempre stati accanto al mio piccolo, l’hanno aiutato, curato, e soprattutto hanno creduto in lui, in Marcolino così come lo chiamavano in reparto". Oggi il piccolo Marco sta bene e ha recuperato pienamente e così ha potuto festeggiare tra i suoi "zii" il suo primo compleanno.

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