Mantova, il sindaco Palazzi si presenta in Consiglio da indagato: “Non mi dimetto”

Primo intervento in Consiglio comunale da indagato per il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi. Il primo cittadino, che ieri era stato interrogato in procura in relazione alla vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto, ha parlato davanti ai consiglieri annunciando la sua intenzione di non dimettersi e di andare avanti: "Ho sempre svolto il mio lavoro di sindaco con correttezza – ha detto Palazzi – E se sono qui è perché la scelta è quella di andare avanti. Non ho mai favorito né ostacolato alcuno per mie vantaggi personali di nessun tipo". Il sindaco ha poi aggiunto che non interverrà più pubblicamente sulla sua vicenda giudiziaria "perché i processi non si fanno in piazza, né per assolvere né per condannare".
La bufera giudiziaria che ha travolto Palazzi: favori sessuali in cambio di contributi
Mattia Palazzi, eletto sindaco nel 2015 per il Partito democratico, è stato travolto la scorsa settimana da un'improvvisa bufera giudiziaria. Il primo cittadino ha saputo di essere stato iscritto nel registro degli indagati dalla locale procura per l'ipotesi di reato di tentata concussione continuata. Secondo le accuse, avrebbe chiesto favori sessuali alla vicepresidente di un'associazione culturale mantovana in cambio di contributi comunali alla stessa organizzazione. Un'accusa che il sindaco ha sempre respinto. La vicenda non è ancora del tutto chiara: sembra che tra il sindaco e la vicepresidente dell'associazione ci sia stato lo scambio prolungato di sms con contenuti di natura sessuale. Messaggini osè, insomma: ma la stessa donna, che non è la persona che ha presentato l'esposto in procura, si è detta pronta a difendere il sindaco dalle accuse che gli sono state mosse. Palazzi ha ricevuto il pieno sostegno del suo partito, sia a livello comunale sia nazionale: anche il candidato alla presidenza della Regione Lombardia Giorgio Gori e il deputato dem Emanuele Fiano sono intervenuti in sua difesa.