Mantova, 48enne ucciso e gettato nel Po: 17 anni di carcere al nipote, 30 ai due amici

Avevano ucciso a colpi di mazza da baseball il 48enne Fausto Bottura, gettandone poi il corpo all'interno di un sacco nel fiume Po, solo perché "rompeva le scatole". Adesso per il nipote dell'uomo e i suoi due amici è arrivata la condanna in primo grado. Diciassette anni e 4 mesi di carcere al nipote, il 19enne Massimo Bottura, trenta ciascuno ai due amici, il 18enne Alessio Magnani e il 19enne Armando Esposito. Arriva così a sentenza il processo per un caso di cronaca che ha scosso Magnacavallo, piccolo paese in provincia di Mantova dove risiedeva il 48enne, considerato da tutti un uomo tranquillo.
Il pm aveva chiesto l'ergastolo per i tre
Il suo cadavere era stato trovato nel fiume a una trentina di chilometri di distanza, lo scorso 8 dicembre. La morte risaliva a qualche giorno prima, nella notte tra il 3 e il 4 dicembre. In pochi giorni i carabinieri avevano risolto il caso: il nipote dell'uomo era subito stato fermato. Gli inquirenti sospettavano che il movente potesse essere legato a questioni economiche, mentre in realtà si trattava di futili motivi: l'uomo si arrabbiava spesso col nipote – con cui conviveva – e con i suoi amici quando li vedeva a "perdere tempo" davanti alla tv o ai videogiochi. Da qui è nato il delitto, il cui esecutore materiale è ritenuto essere il 18enne Magnani. Lui e l'altro amico erano stati fermati due giorni dopo la scoperta del cadavere: a distanza di un giorno era arrivata anche la confessione del nipote dell'uomo. Per tutti e tre gli imputati, accusati di omicidio volontario, il pubblico ministero aveva chiesto l'ergastolo.