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Mamma e figlia morte nel parto ad Alzano Lombardo, il marito di Robertine: “Mi sembra brutto sogno”

Si terranno la prossima settimana le autopsie sulle salme di Robertine Guira e della bimba che portava in grembo, entrambe morte durante un parto all’ospedale di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo. Il marito della donna Youssouf Guira, è profondamente scosso: “Mi sembra un brutto sogno, ma dopo due giorni da un sogno ti svegli”.
A cura di Redazione Milano
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"Mi sembra un brutto sogno, ma dopo due giorni da un sogno ti svegli". Così Youssouf Guira, marito di Robertine, ha raccontato al "Corriere della sera" il dramma della perdita della moglie e della figlia terzogenita, entrambe morte durante il parto all'ospedale di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo. Sulla tragedia, avvenuta il 17 settembre, è aperta un'inchiesta per omicidio colposo: il pubblico ministero di Bergamo Carmen Pugliese ha fatto acquisire le cartelle cliniche e ha disposto l'autopsia sulle salme di madre e figlia, in programma la prossima settimana. In parallelo è stata avviata un’indagine interna dall'Azienda socio sanitaria Bergamo Est, che subito dopo la tragedia ha diramato una nota spiegando cosa sarebbe accaduto: "In data 17 settembre, in corso di travaglio di parto regolare, è insorta improvvisamente una grave emergenza ostetrica. Nonostante il taglio cesareo eseguito in emergenza (codice rosso, secondo i protocolli), alla nascita la bambina non appariva vitale. Sono state eseguite comunque prolungate manovre rianimatorie che non hanno dato, purtroppo, esito favorevole. Le condizioni della mamma si sono repentine aggravate con immediato arresto cardiorespiratorio – prosegue la nota dell'ospedale – Le manovre respiratorie hanno prodotto la stabilizzazione clinica ma la successiva evoluzione è stata purtroppo infausta. Esprimiamo il nostro più profondo cordoglio ai famigliari e siamo loro vicini nell’immenso dolore".

Il marito di Robertine: Penso che lei sia andata altrove e che un giorno la raggiungerò

La famiglia di Robertine Guira, 36enne originaria del Burkina Faso, attende gli sviluppi dell'indagine con grande contegno. Il marito Youssouf, 43enne, fa affidamento alla sua fede per superare il difficilissimo momento: "Sono credente, penso che lei sia andata altrove e che un giorno la raggiungerò – ha riferito al Corsera – Penso anche che tanta gente vive situazioni peggiori: se ce la fanno loro, ce la faremo anche noi". Deve farcela, Youssouf: a casa, a Torre Boldone, deve badare alle altre due figlie della coppia, di 11 e 7 anni, che si sono trovate improvvisamente a non avere più né la madre né la nuova sorellina, che si sarebbe dovuta chiamare Zerrab Rachida. Nel silenzio dignitoso della famiglia di Robertine è un'amica della donna a chiedere con forza giustizia: "In un Paese sviluppato è vergognoso morire così", ha detto la donna, comprensibilmente scossa. Sarà l'indagine della procura di Bergamo a chiarire se sia stato fatto tutto il possibile per salvare Robertine e la figlia o se quanto accaduto ad Alzano Lombardo sia stato un caso, tragico, di malasanità.

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