Malata di tumore licenziata dal Piccolo Cottolengo di Milano, l’istituto: “Troveremo una soluzione”
Parziale retromarcia dell'istituto Piccolo Cottolengo Don Orione di Milano: il direttore dell'istituto religioso ha annunciato che cercherà di "trovare una soluzione" per la vicenda dell'ex dipendente di 53 anni licenziata dopo essersi ammalata di tumore. Il caso era stato sollevato dal Sindacato generale di base (Sgb) a ridosso del primo maggio. La 53enne, che ha lavorato per 33 anni nell'istituto assistendo anziani, era stata licenziata perché, a causa delle limitazioni imposte dal suo stato di salute, secondo il Piccolo Cottolengo non poteva più essere collocata in nessuna posizione lavorativa all'interno della struttura, nemmeno in "mansioni differenti, equivalenti o financo inferiori". Da qui il licenziamento, che è stato impugnato dalla donna, sposata e madre di un ragazzo che sta completando gli studi, davanti al tribunale del lavoro di Milano.
Negli scorsi giorni la donna licenziata aveva deciso di scrivere una lettera al Papa per chiedergli il reintegro: "Nonostante alcune limitazioni posso distribuire pasti e assistere i pazienti più autonomi", aveva spiegato l'ex dipendente del Cottolengo, sottolineando che altri dipendenti nelle sue stesse condizioni erano stati ricollocati in lavori analoghi. Il sindacato aveva preannunciato battaglia per la vicenda, che era stata al centro delle manifestazioni per la Festa dei lavoratori dello scorso primo maggio: alla lavoratrice era stato assicurato il sostegno legale nella vertenza contro l'istituzione religiosa e quello "morale" attraverso un presidio in programma davanti al Piccolo Cottolengo il prossimo 10 maggio. Adesso non si sa se la parziale apertura dell'istituto a una soluzione porterà a una marcia indietro da parte del sindacato.