Maestra nei guai per uno spintone a scuola: scagionata dopo 29 anni
Da Milano arriva un caso emblematico della lentezza della giustizia italiana. Una maestra delle elementari che, dopo un incidente avvenuto tra due suoi ex alunni nel lontano 1986, soltanto lo scorso febbraio ha visto riconosciuta finalmente la sua innocenza rispetto all'episodio. Ventinove lunghi anni per ottenere piena giustizia. La vicenda, raccontata da Repubblica, riguarda una maestra della scuola elementare di via Brocchi a Milano, in zona Lambrate. La donna, ormai quasi 81enne, all'epoca dei fatti si trovò suo malgrado ad assistere a una banale lite tra due suoi ex alunni: una bambina diede uno spintone a un suo compagno, che cadde dalle scale e si fratturò due incisivi. Una vicenda per la quale la famiglia del bambino, costretto a subire più operazione nel corso degli anni, ha ricevuto nel 2007 un risarcimento di 37mila euro dal ministero dell'Istruzione.
Il ministero, all'inizio dell'iter processuale per la vicenda, nel 1996, aveva citato la maestra all Corte dei conti imputandole un danno erariale indiretto per "culpa in vigilando", in quanto, come riconosciuto da una sentenza del tribunale, la donna "scendeva le scale dando le spalle alla scolaresca". Soltanto nel febbraio scorso, però, dopo che il processo con la condanna del ministero si è chiuso nel 2006, la causa è stata trattata dalla magistratura contabile.
Dopo 29 anni la sentenza della Corte dei conti
I giudici della Corte dei Conti hanno accolto la tesi della maestra, scagionandola dopo 29 anni e bocciando la richiesta di risarcimento da parte del ministero ai suoi danni. Per i magistrati infatti lo spintone dato dalla bambina – oggi adulta- era imprevedibile, anche considerando la "assoluta correttezza comportamentale della bambina" dimostrata anche dalle pagelle. Inoltre, i magistrati hanno aggiunto che "è un fatto socialmente notorio che uno spintone tra ragazzi è un evento molto difficilmente evitabile: trattasi di una fisiologica riluttanza ad osservare le regole nei minori, ben nota a chiunque abbia avuto un normale percorso scolastico". Per cui, concludono i giudici, "anche il miglior maestro che avesse fissato direttive persino ‘minatorie' sulle modalità di uscita e che fosse stato con lo sguardo proteso verso gli alunni non avrebbe potuto evitare, quand'anche lo avesse previsto, lo specifico sinistro".