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Lombardia, scoppia la protesta degli infermieri: “Mandati allo sbaraglio e dimenticati”

Decine di infermieri hanno protestato davanti alla sede del Consiglio regionale della Lombardia, a Milano, per denunciare turni di lavoro massacranti, riposi saltati e condizioni di lavoro estreme senza un riconoscimento economico adeguato. Sui cartelli le scritte ‘Onoriamo i nostri caduti nella lotta al Covid-19’ e ‘Gli infermieri sono i factotum della sanità’.
A cura di Redazione Milano
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Si è svolto sotto il Pirellone di Milano il flash mob degli infermieri del sindacato NurSind, che chiedono il riconoscimento della loro professionalità e chiarezza sulla gestione dell'emergenza Covid da parte della regione Lombardia. Distanziati e indossando mascherati da fantasmi, gli infermieri denunciano i turni di lavoro massacranti, i riposi saltati e condizioni di lavoro inadatte a gestire la più grande emergenza sanitaria dal Dopoguerra e omaggiano i colleghi che hanno perso la vita lavorando in ospedale.

Protesta degli infermieri davanti al Pirellone

La protesta davanti alla sede del Consiglio regionale della Lombardia è stata indetta dagli infermieri per chiedere di non essere dimenticati dopo l'emergenza e per ricordare i 40 colleghi morti per il coronavirus. ‘Onoriamo i nostri caduti nella lotta al Covid-19' e ‘Gli infermieri sono i factotum della sanità', recitavano alcuni dei cartelli. "Siamo stati catapultati da un giorno all'altro a Lecco, con turni di 12 ore perché così era stato deciso dalla Regione Lombardia", racconta una donna a Fanpage.it.

"Mandati allo sbaraglio, centinaia si sono ammalati"

I manifestanti denunciano la mancanza di un riconoscimento economico per il loro sforzo e spiegano che in alcuni casi non sono stati rinnovati i contratti in scadenza degli infermieri che negli ultimi mesi hanno lavorato e saltato ferie e riposi. "Ci chiamano eroi e ce l'abbiamo messa davvero tutta, ma adesso vogliamo stipendi equiparati alle nostre competenze", denuncia un'altra infermiera. "Siamo stati mandati allo sbaraglio, nella nostra azienda i colleghi malati sono stati circa 350", denuncia un uomo, "qualcuno si deve prendere le responsabilità e questo lo deve fare la regione".

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