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Lombardia, presentata “Aborto al Sicuro”: la proposta di legge per rendere effettiva la 194

Una proposta di legge per rendere effettiva la legge 194: è questo l’obiettivo della campagna e del pdl “Aborto al Sicuro”, discusso questo mattina in commissione Sanità. L’iniziativa è promossa dall’associazione Luca Coscioni e da Radicali Italiani. “Abbiamo il dovere di garantire alle donne di poter abortire in sicurezza e legalità”, le parole della coordinatrice della campagna Sara Martelli.
A cura di Chiara Ammendola
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"L'obiettivo non è cambiare la 194 ma renderla davvero effettiva superando alcune delle criticità nella sua applicazione" spiega così il progetto di legge di iniziativa popolare Sara Martelli coordinatrice della campagna "Aborto al sicuro", che questa mattina ha illustrato il progetto ai membri della Commissione Sanità della Regione Lombardia. Si tratta di una proposta che negli scorsi mesi ha raccolto 8436 firme, solo nella regione Lombardia, e che ha come obiettivo quello di far sì che la legge 194 che regolarizza l'aborto in Italia trovi la sua piena attuazione. Dunque permettere alle donne di abortire in sicurezza, evitando così il proliferarsi delle interruzioni di gravidanza clandestine, far sì che vi sia la facilità di accesso all'aborto farmacologico e affrontare il tema dell'ancora alta percentuale di obiettori di coscienza.

Aborto al sicuro: Garantire alle donne di poter abortire in sicurezza e legalità

"Prevenzione e accesso all'interruzione volontaria di gravidanza sicura, gratuita ed universale, ovvero accessibile ovunque e per tutte le donne, indipendentemente dalle proprie caratteristiche economiche, di età e di origine: sono questi gli obiettivi della campagna ‘Aborto al Sicuro' – spiega a Fanpage.it Sara Martelli – la campagna è promossa dall'associazione Luca Coscioni e da Radicali Italiani, ma ha già raccolto moltissime adesioni da gruppi, partiti e movimenti politici, da associazioni e da gruppi di attivismo sociale e culturale". I dati, esposti dalla coordinatrice della campagna, parlano di una percentuale di aborti effettuati fuori dalle strutture pubbliche e quindi in condizioni di non sicurezza, che si attesta intorno al 15 per cento del totale. "Possiamo stimare che in Lombardia ogni anno 1800 donne rischiano la propria salute e la propria vita perché non sono abbastanza informate, non sono adeguatamente accolte, non possono accedere o vengono respinte dai servizi".

Il progetto di legge appoggiato anche da Pd e M5S

"Sosterrò il progetto di legge – ha spiegato la consigliera regionale Pd Paola Bocci in seguito all'audizione di questa mattina – mi impegnerò per arrivare al più presto a una sua calendarizzazione. Data la delicatezza e l’importanza del tema, che tocca tutte le donne, nel caso in cui il progetto di legge corresse il rischio di non essere calendarizzato e discusso con la dovuta attenzione e magari non approvato, sono disponibile a presentare un progetto di legge con le stesse finalità". La consigliera dem ha poi sottolineato l'importanza di un investimento maggiore da parte della Regione sui consultori e sulla prevenzione, che sono il modo più efficace per ridurre il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, che è il vero obiettivo della legge 194. E poi ha ricordato le proposte di offrire preservativi gratis nei consultori ai ragazzi under 26 e la contraccezione gratuita alle donne di età compresa tra i 26 e i 45 anni in disoccupazione o in cassa integrazione. Parole confermate anche da Monica Forte, consigliera regionale del M5S Lombardia: "La nostra regione può fare da apripista: abbiamo il dovere di garantire alle donne di poter abortire in sicurezza e legalità". 

La proposta di legge Aborto al Sicuro in 10 punti

1. Le informazioni (procedure, accesso ai servizi) sull’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) saranno comprensibili, esaustive e facili da reperire anche online e per telefono.

2. Qualunque consultorio o ambulatorio regionale potrà prendere appuntamenti in ogni territorio regionale, senza imporre alla donna estenuanti ricerche o code.

3. Le attività, la qualità dei servizi e la loro omogeneità sul territorio saranno monitorate annualmente e sarà promossa l’implementazione e una maggiore efficienza dei servizi, ove necessario.

4. I consultori familiari diventeranno i primari coadiutori delle attività ospedaliere per la fruizione dei servizi di IVG e saranno riqualificati per: fornire migliore assistenza (anche grazie all’eventuale potenziamento delle attrezzature) e partecipare ad alcune fasi delle procedure di IVG (es. aborto farmacologico, oltre alla certificazione).

5. Tutte le strutture ospedaliere garantiranno la gestione dei casi urgenti in tempi brevi e certi.

6. Sarà eliminato l’obbligo di ricovero per l’IVG farmacologica grazie a day hospital a più accessi, e si potranno svolgere alcune fasi della procedura anche presso il consultorio.

7. Le strutture accreditate per le prestazioni di procreazione medicalmente assistita e di diagnosi prenatale dovranno assicurare continuità terapeutica alle donne che richiedano l’aborto in esito a diagnosi di anomalie fetali o di rischi per la paziente, accompagnando la donna nelle proprie scelte.

8. Le donne che richiedono l’IVG riceveranno, durante o subito dopo la seduta, una consulenza contraccettiva e, se richiesto, saranno forniti e/o applicati gratuitamente contraccettivi (inclusi quelli a lungo termine) presso l’ospedale.

9. Alle donne che non riescono a reperire farmaci contraccettivi di emergenza sarà fornita assistenza per immediato reperimento.

10. La Regione istituisce e finanzia corsi di formazione e di aggiornamento sulle tecniche chirurgiche e farmacologiche di interruzione della gravidanza, sulla contraccezione, nonché su tematiche epidemiologiche, psicologiche e sociologiche correlate.

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