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Lombardia, il caso Englaro divide la maggioranza: Maroni non vuol far ricorso, Ncd sì

Dopo la sentenza con cui il Tar ha condannato la Regione Lombardia a risarcire il papà di Eluana Englaro, la maggioranza si spacca sull’eventuale ricorso al Consiglio di Stato. Il governatore Maroni sembra intenzionato a non presentare ricorso, mentre il presidente del Consiglio regionale Cattaneo (Ncd) tuona: “L’eutanasia è una barbarie, sì al ricorso”. La decisione potrebbe arrivare lunedì.
A cura di Francesco Loiacono
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Eluana Englaro (LaPresse)
Eluana Englaro (LaPresse)

Dopo la sentenza con cui il Tar lombardo ha condannato Regione Lombardia a risarcire circa 150mila euro a Beppino Englaro, papà di Eluana, la vicenda della ragazza morta dopo aver passato 17 anni in stato vegetativo torna a dividere la politica. In questo caso quella regionale, con la maggioranza a Palazzo Lombardia che potrebbe spaccarsi sul tema dell'eventuale ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar.

Maggioranza spaccata sul ricorso contro la sentenza del Tar

I fatti, riassunti in maniera schematica, sono i seguenti: a sette anni dalla morte di Eluana (avvenuta in una clinica di Udine dove i genitori autorizzarono il distacco della sonda che manteneva in vita la ragazza), i giudici amministrativi hanno stabilito che la famiglia Englaro subì un vero e proprio sopruso dalla Regione Lombardia, guidata allora da Roberto Formigoni. Nonostante una sentenza della Cassazione favorevole all'interruzione delle terapie per Eluana, infatti, Formigoni e la sua giunta vietarono a tutte le strutture sanitarie lombarde di ospitare Eluana per affrontare il suo trattamento di fine-vita. Con il risultato che la famiglia Englaro si rivolse alla clinica La Quiete di Udine, dove Eluana, originaria di Lecco, fu trasportata in ambulanza. Il Tar ha riconosciuto che Eluana aveva tutto il diritto di morire in Lombardia, e ha giudicato "doloso" il comportamento della Regione, condannandola al pagamento di un risarcimento.

Cattaneo: "L'eutanasia è una barbarie, sì al ricorso"

Adesso però la sentenza del Tar potrebbe essere impugnata al Consiglio di Stato, ultimo grado della giustizia amministrativa. Il governatore Roberto Maroni si è però detto orientato a non presentare ricorso, anche se ha rimandato la decisione a lunedì prossimo in giunta, dopo aver esaminato il parere degli uffici regionali. L'aspetto da valutare, in particolare, è capire se il mancato ricorso possa essere configurato dalla Corte dei conti come un possibile danno erariale per la Regione.

Questioni di natura diversa, invece, animano un'altra parte della maggioranza, in particolare il Ncd, orientato ad andare fino in fondo sulla vicenda. Il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo (all'epoca assessore regionale con Formigoni) ha infatti definito l'eutanasia come "una barbarie che non poteva e non può essere consentita". Per Cattaneo dunque, secondo cui la decisione del 2009 della Regione fu "la strada giusta", è necessario adesso ricorrere al Consiglio di Stato: in ogni caso, ha spiegato il presidente del Consiglio regionale, "la questione non può essere accantonata in questo modo e credo meriti un chiarimento in maggioranza": Maroni è avvertito.

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