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Covid 19

Lombardia: i dubbi del governo (e dello stesso Gallera) sulla riapertura il 3 giugno

Aumentano i dubbi in vista del 3 giugno, data indicata per la ripresa degli spostamenti tra diversi territori. I dati sul contagio in Lombardia non rassicurano. Palazzo Chigi teme che lasciando muovere liberamente milioni di lombardi verso destinazioni turistiche – non avendo un quadro certo dei reali contagiati e senza “patenti” di immunità attendibili – i focolai possano ripartire in tutto il Paese. Prudente anche l’assessore Giulio Gallera: “Se c’è una data che sarà significativa, sarà quella dell’8 giugno”.
A cura di Simone Gorla
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Se riapertura sarà, non verrà decisa a cuor leggero. Aumentano i dubbi in vista del 3 giugno, data indicata per la ripresa degli spostamenti tra diversi territori. I dati sul contagio in Lombardia non rassicurano. Al netto dei dubbi sull'attendibilità dei numeri diffusi quotidianamente, dopo la polemica sui presunti aggiustamenti a colpi di accuse e querele, il tasso di tamponi positivi ha oscillato negli ultimi giorni tra l'1,5 e il 2,5 per cento.

Riaperture, i dubbi del governo sulla Lombardia

Nella giornata del 28 maggio su 593 nuovi casi in Italia, ben 382 sono stati rilevati in Lombardia, dove i pazienti attualmente positivi risultano essere, dai conteggi officiali, poco meno di 23 mila. Senza un via libera del comitato tecnico scientifico non sarà possibile riaprire i confini della regione più colpita dal covid. Secondo Walter Ricciardi, consulente del ministero alla Salute, è troppo presto per riaprire i confini senza esporsi a rischi. In più, la situazione in Lombardia – dal cui destino dipende anche la mobilità del resto della Penisola, vista l'intenzione dell'esecutivo di non fare differenze tra territori, ma riaprire (o meno) tutti insieme – è preoccupante. Palazzo Chigi teme che lasciando muovere liberamente milioni di lombardi verso destinazioni turistiche – non avendo un quadro certo dei reali contagiati e senza "patenti" di immunità attendibili – i focolai possano ripartire in tutto il Paese. Per questo le decisioni saranno prese solo in base ai dati del Cts. Nel pomeriggio di venerdì si svolgerà una cabina di regia con il premier Giuseppe Conte e i ministri Speranza e Boccia, un vertice da cui potrebbero arrivare le prime risposte.

Gallera prudente: Fondamentale la data dell'8 giugno

Dopo l'ottimismo dimostrato ieri dal governatore Attilio Fontana, che si è detto "fiducioso" che i lombardi possano "circolare in tutta Italia", oggi l'assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera, ha avuto parole di maggiore prudenza a margine della presentazione della nuova terapia intensiva dell'ospedale Sacco. "Se c'è una data che sarà significativa, sarà quella dell'8 giugno", ha avvertito, lasciando di fatto intendere che la data di riavvio potrebbe slittare di una settimana. "Noi abbiamo avuto la scorsa settimana un'apertura e il weekend scorso molta gente, anche senza rispetto di misure e mascherine – ha ricordato -. L'8 giugno sarà fondamentale per capire se in qualche modo c'è una ripresa del contagio e un numero significativo di persone infette o no. C'è ancora una settimana di grande attenzione". Lo stesso Gallera però non esclude nulla e rimanda al governo la decisione. "Gli indicatori ci sono, se l'Iss e il Ministero ritengono che oggi ci sono le condizione tocca a loro farlo, e lo devono fare loro". Poco dopo ha parlato il viceministro Pierpaolo Sileri che si è detto "ottimista sulla possibilità di riaprire gli spostamenti tra regioni, ma le decisioni potrebbero cambiare di settimana in settimana con passi indietro chirurgici laddove necessario".

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