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Lombardia, dal primo gennaio 2020 microchip obbligatorio anche per i gatti: come fare e quanto costa

A partire dall’1 gennaio 2020 in Lombardia sarà obbligatorio “installare” anche nei gatti un microchip, così come accade per i cani, per definirne l’identità e la provenienza. Il chip verrà inserito sottopelle solo nei nuovi nati o nei gatti che verranno adottati o comprati a partire dall’anno nuovo: il provvedimento servirà per cercare di arginare sempre più il fenomeno del randagismo, offrendo un valido aiuto per rintracciare i felini che sono scappati o si sono smarriti.
A cura di Filippo M. Capra
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(Immagine di repertorio)
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Anno nuovo, vita nuova. Anche per i gatti: non dovranno rinunciare ad alcuna delle loro leggendarie "sette vite", ma qualcosa cambierà anche per loro, quantomeno in Lombardia. Nella regione è stato infatti stabilito che anche loro – come i cani – dovranno avere sottopelle un microchip che ne permetta l'identificazione. Varrà solo per i gatti appena nati, i neo adottati o i neo comprati. L'ha deciso il Piano regionale integrato della sanità pubblica veterinaria 2019-2023.

Cosa fare, come farlo e quanto costa

L'installazione del microchip, sottopelle, potrà essere effettuata solo da un veterinario che lo inserirà con una siringa adibita all'operazione. Il gatto resterà cosciente tutto il tempo senza neppur avere bisogno di un anestetico, a meno che il felino non si riveli troppo agitato. Una volta conclusa l'operazione, il veterinario provvederà a inserire i dati dell'animale nell'anagrafe della Lombardia, lo stesso di quello usato per i cani, dove potranno essere consultati in caso di necessità. I dati dei padroni invece saranno a disposizione solo dei veterinari. Il prezzo dell'operazione? Dai 30 ai 50 euro, in base al listino prezzi dei singoli medici per animali. In realtà, la novità è tale solo in parte: sino ad oggi i gatti con passaporto valido per l'estero, quelli di razza e quelli di colonia (gli ex randagi) erano già dotati di microchip e registrazione all'anagrafe. Ma ora, con questo ampliamento, si tende ad arginare ulteriormente il fenomeno del randagismo, spesso alimentato dalla "perdita" del gatto che, una volta smarrito, è poi difficilmente riconoscibile da terzi se non per foto segnaletiche.

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