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Lombardia, comitati famiglie disabili: “Riaprire i centri? Prima protocolli, linee guida e tamponi”

Dopo mesi di silenzio delle autorità, la possibile riapertura dei centri per disabili in assenza di protocolli certi fa infuriare i genitori. “Riaprire senza garanzie, protocolli e linee guida? No grazie, è una pessima idea”, afferma Fortunato Nicoletti, presidente del ‘Comitato famiglie disabili lombarde’. Non c’è ancora una data ufficiale, ma è stato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a riferire che “Regione Lombardia ci ha detto informalmente che si potrà riattivare il servizio dal 25 di maggio”, sollevando il problema.
A cura di Simone Gorla
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(Immagine di repertorio)
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"Riaprire i centri per disabili senza garanzie, protocolli e linee guida? No grazie, è una pessima idea". I rappresentanti delle famiglie lombarde che assistono persone con disabilità lo mettono subito in chiaro. Dopo mesi in cui i loro figli sono stati più o meno ignorati dalle autorità e lasciati a casa – affidati alla cure di genitori amorevoli, ma spesso in difficoltà e costretti a farsi in quattro telelavoro e compiti di assistenza – si parla di riaprire i centri per i disabili. Non c'è una data ufficiale, ma è stato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a riferire che "Regione Lombardia ci ha detto informalmente che si potrà riattivare il servizio dal 25 di maggio", sollevando il problema dei protocolli da applicare per garantire la sicurezza ed evitare il rischio di focolai.

I genitori dei ragazzi disabili lombardi: Riaprire i centri senza protocollo è pericoloso

"Direi che quello del sindaco è un messaggio importante, siamo contenti che abbia speso un minuto su questo tema, lo accolgo positivamente", commenta a Fanpage.it Fortunato Nicoletti, presidente del ‘Comitato famiglie disabili lombarde’ che qualche settimana fa aveva scritto una lettera al premier Giuseppe Conte chiedendo più attenzione per i bimbi disabili. Ipotizzare di riavviare i servizi senza certezze sulla sicurezza, a suo parere, è una pessima idea. "Soprattutto perché nel frattempo la giunta regionale non ha mai risposto alle nostre sollecitazioni, mentre in Consiglio è stato deciso di rinviare per la seconda volta la discussione sulle mozioni per la disabilità. Se tutto va bene se ne parla il 27 maggio". Cautela viene espressa anche da Morena Manfreda, mamma di un ragazzino di 10 anni che soffre di autismo, prima firmataria di un'altra lettera inviata al governo da genitori lombardi. Da un lato, spiega, la riapertura dei centri "è sicuramente una buona notizia per alcune famiglie" ma solo "a patto che vengano prese le giuste precauzioni e ovviamente che vengano controllati regolarmente gli operatori, dato che in Lombardia siamo ancora in piena emergenza. Inoltre non è stato ancora chiarito se verranno fatti esami sierologici o comunque tamponi per mettere in sicurezza sia gli operatori che i ragazzi che frequentano i centri".

Due mozioni in Consiglio regionale in attesa di discussione, sempre rimandate

Sono due le mozioni in attesa di essere discusse al Pirellone. Una presentata dal Partito democratico, l'altra dal Movimento 5 Stelle. I documenti chiedono, tra l'altro, piani territoriali per la riattivazione in piena sicurezza delle attività sociali e socio-sanitarie per persone con disabilità, elaborare specifici protocolli di sorveglianza, l’obbligatoria esecuzione di tampone nasofaringeo, e anche di corrispondere un ammontare pari al buono del valore di 900 – spettante, in caso di persona con disabilità gravissima che frequenta la scuola, per i mesi di luglio e agosto – alla stessa categoria di soggetti, per ogni mensilità di sospensione delle attività didattiche. "Come famiglie esigiamo l’attenzione soprattutto perché in questi mesi non sono state prese in considerazione le nostre condizioni di disagio", ribadisce Morena.

L'intervento di Giuseppe Sala

La stessa richiesta è stata sollevata dal sindaco di Milano, che teme gli effetti della riapertura dei centri diurni per i disabili: "Noi siamo pronti a fare la nostra parte per riaprire i centri diurni e sgravare le famiglie dell'impegno di tenere i disabili in casa però vanno forniti i dispositivi di sicurezza al personale sanitario e soprattutto chiediamo che ci siano tamponi e test continui per l'utenza – ha detto il primo cittadino – perché, come si può ben capire, è complicato far rispettare le distanze e l'utilizzo corretto della mascherina ai disabili".

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