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Lombardia, al via le telecamere negli asili nido: pronte le linee guida e stanziati 900mila euro

La Giunta della regione Lombardia ha approvato le linee guida e uno stanziamento di 900mila euro per la realizzazione di progetti a favore dei minori che frequentano nidi e micro-nidi: di questi 600mila euro sono destinati all’introduzione delle telecamere a circuito chiuso nelle strutture scolastiche.
A cura di Chiara Ammendola
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La Giunta regionale ha approvato le linee guida per la realizzazione di progetti a favore dei minori che frequentano nidi e micro-nidi in Lombardia che riguardano l'introduzione delle telecamere a circuito chiuso nelle strutture scolastiche. Per questo sono stati stanziati 900mila euro: 600mila destinati all'introduzione delle telecamere e altri 300mila invece saranno utilizzati per la formazione di chi lavora negli asili. Si tratta di una decisione giunta a pochi giorni dai gravissimi casi di cronaca avvenuti nelle scuole di Cernobbio, in provincia di Como, e di Varzi, nel Pavese, dove due maestre sono state arrestate per i numerosi maltrattamenti sui bimbi.

Le scuole non sono obbligate a dotarsi delle telecamere: possono farlo su richiesta

"Abbiamo lavorato molto a questo provvedimento – ha dichiarato l'assessore regionale alle Politiche per la famiglia Silvia Piani – con l'unico obiettivo di tutelare i nostri bimbi, soprattutto dopo gli intollerabili episodi di violenza che si sono verificati negli ultimi giorni in alcune strutture lombarde". Al momento le strutture scolastiche non hanno l'obbligo di dotarsi di telecamere: la richiesta può infatti essere fatta su base volontaria. E per accedere al programma è necessario presentare una domanda direttamente alle Ats che erogheranno il contributo a consuntivo in un'unica soluzione. "Spero che avremo un numero sostanzioso di richieste – ha aggiunto Piani – tante strutture si sono già informate su come fare ad accedere e sono sicuramente interessate". L'assessore ha però puntualizzato che solo l'autorità giudiziaria potrà avere accesso alle immagini: "Le telecamere saranno a circuito chiuso per cui non sarà un grande fratello, nessuno potrà vedere le immagini sullo smartphone da casa. Il tema non è controllare chi lavora, ma accorciare i tempi tra il momento della denuncia e quello dell'acquisizione delle immagini".

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