Lombardia, 57.592 contagi e 10.511 morti per Coronavirus: “Raddoppiati i casi a Milano”

Continua a crescere il numero di casi di Coronavirus in Lombardia. Anche il bollettino reso noto oggi, sabato 11 aprile, dall'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera vede ancora il segno "più" davanti alla voce dei contagiati dal virus. Non è ancora iniziata quella discesa auspicata da tanti, anche se altri indicatori inducono, come ormai da giorni, un cauto ottimismo "Il virus gira ancora, ma è meno forte", ha detto Gallera a proposito del numero di persone ricoverate in terapia intensiva che continua a scendere ma del contestuale aumento dei ricoveri in ospedale. Questi i dati: salgono a 57.592 i casi di contagio accertati, in aumento di 1544 unità rispetto a ieri quando erano 56.048. Le persone ricoverate in ospedale sono 12026 (ieri erano 11.877), mentre 1174 si trovano in terapia intensiva (ieri il dato era fermo a 1.202, in diminuzione come oggi). Cresce ancora il numero totale dei dimessi (16.823) e purtroppo quello dei decessi, arrivati a 10.511 rispetto ai 10.238 di ieri, quando l'incremento era stato di 216 persone decedute. In 24 ore sono morte dunque 273 persone. Cresce anche il numero di tamponi effettuati in Lombardia: sono complessivamente 196.302 (ieri erano 186.325).

Dati per provincia: preoccupa Milano
Per quanto riguarda i dati provinciali continua a far preoccupare quello relativo a Milano e provincia. In tutta l'Area metropolitana i casi giornalieri sono aumentati del doppio rispetto a ieri: più 520, per un totale di 13628. Stesso discorso a Milano città, dove i casi sono arrivati a 5368 con un incremento di 262 contro i 127 di due giorni fa. "Milanesi non scherziamo – ha detto l'assessore Gallera -: restiamo a casa". Questi i dati relativi alle altre province: Brescia 10.599 (+230), Bergamo 10.258 (+107), Como 1.825 (+139), Cremona 4.658 (+96), Lecco 1.860 (+22), Lodi 2.472 (+53), Monza e Brianza 3.575 (+151), Mantova 2.411 (+56), Pavia 3.048 (+86), Sondrio 684 (+23), Varese 1.633 (+44).

Polemica tra Fontana e il ministro Boccia
Mentre in Lombardia e in tutta Italia continua, purtroppo, la triste conta dei contagi e dei morti a causa dell'emergenza, prosegue anche lo scontro a distanza tra la Regione e il governo. L'ennesimo capitolo si è consumato oggi: in mattinata il governatore lombardo aveva annunciato che la Regione "con un accordo con il sistema bancario e i sindacati, garantisce le risorse per l'anticipo della cassa integrazione". "Se lo Stato non c'è, garantiamo noi. In Lombardia parliamo con i fatti", era stata la stoccata a Roma. Nel primo pomeriggio, da Orio al Serio dove è giunto assieme a una delegazione di infermieri per aiutare le regioni del Nord, è poi arrivata la replica del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Boccia: "L’ennesima polemica innescata dalla Regione è, anche stavolta, infondata – ha affermato il ministro -. Sulla Cig non risultano, infatti, ancora richieste all’Inps da parte della Lombardia, così come invece altre Regioni hanno fatto. È complicato dare risposte se non ci sono richieste".