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Lodi, traffico illecito di cuccioli dall’Est Europa: 9 indagati per maltrattamenti

Avevano creato un vero e proprio giro d’affari legato alla vendita di cani di razza nel Nord Italia che facevano arrivare direttamente dall’Est Europa: per questo nove persone sono indagate per maltrattamento di animali, frode in commercio, falso e ricettazione nell’ambito di un’indagini portata avanti dai carabinieri di Lodi. Alcuni dei cani che non avevano il tesserino sanitario né microchip morivano durante il lungo viaggio, altri venivano venduti agli ignari acquirenti convinti di acquistare dei cuccioli “italiani” nati in famiglia.
A cura di Redazione Milano
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Trasportavano i cuccioli perlopiù di razza Bouledogue Francesi, Barboncini e Chihuahua dall'Est Europa all'Italia dove una volta giunti a Lodi venivano venduti come cani "italiani" nati in casa con tanto di documentazione.  I carabinieri forestali di Lodi hanno scoperto un vero e proprio traffico di cani di razza pregiata grazie a un'azione di monitoraggio durata circa un anno attraverso approfondite indagini: i cuccioli venivano portati in Italia senza alcuna autorizzazione e privi di microchip obbligatorio attraverso viaggi spesso estenuanti che affrontavano senza le dovute cautele e cure necessarie. Nove le persone indagate, tutte di origine italiana, alle quali sono contestati anche i reati di maltrattamento animali, frode in commercio, falso e ricettazione.

I cani consegnati in strada agli ignari acquirenti

Secondo quanto ricostruito dai militari, gli esemplari, pubblicizzati per le vendite attraverso noti siti web di annunci, erano venduti quali "italiani" con contraffazione di documenti individuali e privi di microchip obbligatorio. Gli annunci commerciali indicavano falsamente che i cuccioli “sono nati in casa e genitori visibili”, mentre in realtà provenivano illecitamente dall’Ungheria e venivano trasportati nascosti nei portabagagli di macchine degli indagati, con percorsi superiori a 1.000 chilometri. In alcuni casi, cinque quelli accertati, i lunghi viaggi avrebbero provocato anche la morte di alcuni cuccioli. I cani venivano consegnati ad acquirenti dislocati in tutto il Nord Italia ed erano effettuate in strada o nei centri commerciali: 36 gli esemplari sequestrati nel corso delle indagini mentre cinque non ce l'hanno fatta a superare il viaggio affrontato e sono deceduti poco dopo il loro arrivo in Italia.

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