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Lodi, sfruttamento del lavoro, estorsione ed evasione fiscale: blitz contro famiglia di imprenditori

Un famiglia di imprenditori lodigiani al centro dell’operazione Spartaco che ha portato a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque persone e al sequestro di beni per oltre 20 milioni di euro. Le accuse sono di sfruttamento del lavoro, estorsione ed evasione fiscale. Più di 100 i finanzieri impegnati nei blitz in corso da questa mattina all’alba.
A cura di Chiara Ammendola
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Cinque persone sono state raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito dell'operazione "Spartaco", messa a segno dai finanzieri del comando provinciale di Lodi, su disposizione della procura della Repubblica presso il tribunale di Lodi: le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento dei lavoratori, all’estorsione, all’evasione fiscale ed al riciclaggio dei relativi proventi.

Al centro dell'indagine una famiglia di imprenditori lodigiani, leader nel trasporto conto terzi, con più di 150 dipendenti: secondo quanto emerso dalle indagini avrebbero dato vita a una vera e propria organizzazione criminale. Una vera e propria galassia di società costituite con l’unico scopo di evadere il fisco (oltre 60 i milioni di fatture per operazioni inesistenti emesse) che ha permesso di creare fondi poi riciclati nelle attività aziendali: è così che l'organizzazione si è accaparrata enormi fette di mercato della grande distribuzione organizzata, tanto da divenire uno dei gruppi di riferimento nazionale per il trasporto delle merci deperibili.

Sequestrati beni per oltre 20 milioni di euro

L'operazione, in corso da questa mattina all'alba, ha visto coinvolti oltre 100 militari che hanno eseguito numerose perquisizioni e un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal giudice per le indagini preliminari , nei confronti del capo dell’organizzazione, P.R. di 52 anni. Mentre è stato disposto l'obbligo di firma per altre quattro persone, P.S. di anni 30, P.M. di anni 35, M.P. di anni 58 e P.G.R. di anni 41. Le perquisizioni e i blitz di questa mattina all'alba hanno portato anche al sequestro di beni e altre utilità per un importo complessivo di oltre 20 milioni di euro. 

Turni di 18 ore alla guida di tir e continue minacce di licenziamento

Alla base vi era uno sfruttamento dei dipendenti che avveniva attraverso, scrivono i militari, "condotte estorsive e violazione della normativa sul lavoro". Le retribuzioni non erano conformi ai contratti collettivi nazionali e territoriali, ad ogni giorno di assenza o di ferie vi era la decurtazione dello stipendio, i turni erano massacranti e gli autisti dei tir arrivavano a percorrere anche 18 ore continue di lavoro, inoltre veniva loro imposto di utilizzare i doppi dischi tachigrafi cartacei che venivano distrutti al termine del tragitto. Infine nei confronti dei dipendenti vi era una continua minaccia del licenziamento qualora si fossero ribellati alle modalità dell'azienda.

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