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Lodi, sequestrata la maxi-discarica: rifiuti non trattati e falda inquinata

Gli agenti della Forestale di Lodi e Pavia hanno sequestrato giovedì la discarica di Cavenago d’Adda, la più importante del Lodigiano. Sotto accusa la società Ecoadda, proprietaria dell’impianto, i cui responsabili sono indagati per utilizzo di atti falsi, smaltimento illecito e danneggiamento delle acque pubbliche.
A cura di Francesco Loiacono
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Gli agenti della Forestale di Lodi e Pavia hanno sequestrato giovedì a mezzogiorno la discarica di Cavenago d'Adda, la più importante del Lodigiano. Sotto accusa, come riporta il Corriere, è finita la società Ecoadda srl, proprietaria dell’impianto, i cui responsabili – i milanesi Giuseppe Maria Chirico, Massimo Cozzi e Michele Carta Mantiglia – sono ora indagati per utilizzo di atti falsi, smaltimento illecito e danneggiamento delle acque pubbliche. Secondo gli investigatori, infatti, per mesi all'interno della discarica sarebbero finiti rifiuti diversi da quelli autorizzati – rifiuti solidi urbani e terre di spazzamento. Gli uomini della Forestale avrebbero invece ritrovato sul sito materie sintetiche, materiale plastico, bobine di cavi, gomme e ruote da trattore. Rifiuti non trattati che però arrivavano nella discarica con un codice di ingresso diverso, che testimoniava che erano già stati sottoposti a processi di selezione, triturazione, compattazione e recupero.

La falda è stata inquinata

Il rilievo più grave mosso dagli investigatori è però che, sulla base di analisi di campioni provenienti dalla falda sottostante alla discarica, la stessa sarebbe stata inquinata. Sono stati infatti trovati livelli di manganese superiori ai limiti consentiti. Le indagini stanno cercando di chiarire anche la natura di alcuni specchi d'acqua paludosi che sono comparsi a causa dell'innalzamento della falda, che normalmente si trova a una profondità di 12 metri. "Le indagini proseguono – afferma il procuratore capo di Lodi Vincenzo Russo – anche sul fronte delle autorizzazioni concesse alla società Ecoadda". La Provincia aveva sospeso per diversi mesi le autorizzazioni alla società, per poi concederle di nuovo a metà febbraio. Da allora i conferimenti erano ripresi a ritmi record, fino ad arrivare quasi al limite della capacità della discarica: mancavano solo 28mila metri cubi.

In un secondo filone d’indagine, riporta il Corriere, sarebbe indagata l’intera giunta provinciale di centrodestra – più due funzionari – dell’allora presidente Pietro Foroni e del suo vice Claudio Pedrazzini, che oggi sono consiglieri regionali di Lega e Forza Italia: nel mirino della Procura l'assegnazione al Politecnixo di Milano di una perizia sulla portanza della discarica.

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