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Lodi, assolto l’oste assolto che sparò a un ladro: “Salvini ha telefonato, è felice per me”

Mario Cattaneo, l’oste che nel 2017 sparò e uccise uno dei ladri che stava rubando nel suo locale, tornato a casa dopo la sentenza del tribunale di Lodi, ha raccontato a Fanpage.it le ore di ansia e di sollievo che ha vissuto. Tra i primi a congratularsi per l’assoluzione – dopo che il pubblico ministero aveva chiesto tre anni per eccesso colposo di legittima difesa – è stato il leader della Lega Matteo Salvini: “Mi ha telefonato, ha detto che era felicissimo”.
A cura di Redazione Milano
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"Mi ha telefonato Salvini, mi ha detto che era felicissimo". A poche ore dall'assoluzione in primo grado decisa dai giudici del tribunale di Lodi, Mario Cattaneo, l'oste che il 10 marzo 2017 sparò e uccise uno dei ladri che stava rubando nel suo locale, ha raccontato a Fanpage le ore di ansia e di sollievo. Tra i primi a congratularsi per l'assoluzione – dopo che il pubblico ministero aveva chiesto tre anni per eccesso colposo di legittima difesa – è stato il leader della Lega Matteo Salvini.

"Ho sempre affermato la mia innocenza, perché io il grilletto di quel fucile non l'ho mai premuto. È stato un incidente, sono stato aggredito e mentre cadevo è caduto il fucile ed è partito il colpo. Non potevo essere accusato di omicidio", ha affermato il ristoratore 70enne di ritorno nella sua osteria di Casaletto Lodigiano. "Non credo di riuscire a dimenticare. Tutte le sera passo davanti a quella porta in cortile e penso a come poteva andare diversamente, l'istinto mi ha guidato in una certa maniera ed è andata così".

Cattaneo ha aggiunto di non poter dimenticare il giovane che ha perso la vita, Petre Ungureanu, colpito alla schiena mentre si allontanava. "Al ragazzo ucciso ci penso tutti i giorni. Appena sono uscito e sono tornato a casa, sono andato in chiesa e ho pregato per me e per lui". "Una giornata così non la auguro neanche a un cane – ha aggiunto -. Mi sembrava di essere davanti a un plotone di esecuzione. Le ultime ore sono state drammatiche. Non riuscivo a parlare, non riuscivo a bere, non ce la facevo più".

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