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Il rapimento di Silvia Romano in Kenya

L’Imam di Milano sulla conversione di Silvia Romano: “Sembra il tribunale dell’inquisizione”

Dopo il dibattito scaturito dalla decisione di Silvia Romano di convertirsi all’Islam durante la sua prigionia in Kenya, l’imam della Moschea di via Meda di Milano, città d’origine della ragazza, si espone prendendo le sue difese. “Sembra un tribunale dell’inquisizione”, ha detto Yahya Pallavicini, ricordando che bisognerebbe concentrarsi sulla gioia di vedere “una cittadina italiana liberata dalla prigionia”.
A cura di Filippo M. Capra
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La gioia per la notizia della liberazione di Silvia Romano, rimasta prigioniera per 18 mesi tra il Kenya e la Somalia, ha lasciato rapidamente spazio al dibattito nato dalla conferma che, durante la prigionia, la ragazza di Milano si sia convertita all'Islam. E tralasciando le indagini degli inquirenti che dovranno stabilire se effettivamente sia stata una scelta libera, come dichiarato dalla ragazza, o meno, sentimento comune è che una decisione così grande e personale non debba essere considerata notizia di interesse nazionale. Anche perché nessuno titola una prima pagina di giornale con chi si converte al Buddhismo o ad altre religioni che, è sempre bene ricordarlo, hanno poco o nulla a che vedere con l'interpretazione degli uomini che dicono di esserne fedeli.

L'imam di Milano: Silvia soggetta a tribunale dell'inquisizione

Ad esporsi sulla situazione creatasi intorno alla conversione all'Islam della Romano, c'è anche l'imam della Moschea di via Meda di Milano, Yahya Pallavicini. Il capo religioso dei musulmani milanesi, si allinea alle tante voci di coloro che difendono la libertà di Silvia di affidarsi alla religione che ritiene più vicina a lei, descrivendo la gogna mediatica alla quale la ragazza è stata sottoposta come un "tribunale dell'inquisizione". Ascoltato dall'Ansa, Pallavicini ha dichiarato di avere "l'impressione che sulla sua conversione si stia aprendo un dibattito esagerato", poiché l'unica cosa che dovrebbe richiamare l'attenzione e la contentezza di tutti sia "che una cittadina italiana è stata liberata dai rapitori, che sia sana e che sia a casa".

Pallavicini: L'avessero saputo, non l'avrebbero liberata?

L'imam di Milano sottolinea come la scelta di cambiare fede sia una questione "personale e complessa", poiché prendere una decisione di questo tipo non è paragonabile ad un gesto semplice come "cambiarsi un vestito". Pallavicini ha inoltre dichiarato di essere disponibile a incontrare la ragazza qualora quest'ultima lo desiderasse. L'imam di Milano condanna infine alcuni commenti nei quali "sembra quasi ci sia un rimorso per aver liberato una persona che è diventata musulmana". "L'avrebbero lasciata in mano ai rapitori se avesse saputo della sua conversione?", si interroga infine Pallavicini.

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