Libero dopo 60 giorni di carcere in Colombia: finisce l’incubo per un imprenditore pavese

Ha trascorso 60 giorni in una prigione colombiana con accuse pesantissime: prima tratta di esseri umani poi sequestro di persona. Adesso, però, l'incubo per Giorgio Brichetti, imprenditore originario di Salice terme nel Pavese, è finito. L'uomo è stato infatti rilasciato e tutte le accuse a suo carico sono cadute: non ci sarà neanche un processo.
Adesso il 70enne imprenditore, molto noto nel Pavese perché in passato ha avviato e gestito diversi locali della movida, è intenzionato a passare al contrattacco: raggiunto telefonicamente dal Corriere della sera ha spiegato che ha intenzione di denunciare, "a costo della mia incolumità fisica", chi gli ha fatto trascorrere da innocente due mesi in galera, "compresi magistrati, poliziotti e avvocati di sedicenti associazioni che fingono di battersi contro lo sfruttamento minorile".
Le accuse: tratta di esseri umani e sequestro di persona
Un riferimento non casuale, perché quanto avvenuto a Brichetti potrebbe essere collegato con il lavoro di alcune associazioni che, approfittando dei finanziamenti offerti dal governo colombiano, costruiscono casi giudiziari che coinvolgono ragazzine minorenni con l'obiettivo di difenderle in tribunale e intascare le sovvenzioni statali. Questi i fatti: lo scorso settembre Brichetti ha ospitato all'interno della sua abitazione in un quartiere residenziale di Cartagena, Bocagrande, due ragazzine di 13 e 14 anni che aveva visto, in lacrime, all'esterno dell'abitazione: "Le ho fatte salire e ho detto alla mia compagna di dare loro da mangiare, poi sono uscito", ha spiegato l'uomo. Da lì, però, per lui è iniziato l'incubo. La madre di una delle ragazze era andata a recuperare la figlia ma, anziché ringraziare per l'ospitalità offerta, ha deciso di denunciare Brichetti per tratta di esseri umani, perlopiù minorenni.
Brichetti era stato arrestato e portato in carcere, nonostante avesse sempre sostenuto l'infondatezza delle accuse a suo carico. Lo scorso lunedì è finalmente stato rilasciato ed è tornato nella sua casa di Bocanegra, da dove vuole iniziare una crociata per scovare i responsabili del suo calvario giudiziario.