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L’ex valletta Sylvie Lubamba in reggiseno in piazza Duomo: tinta di bianco contro il razzismo

Sylvie Lubamba, ex valletta del programma “Markette” di Piero Chiambretti, ha protestato in piazza Duomo a Milano facendosi dipingere di bianco. Un gesto in risposta a chi non la inviterebbe in tv per parlare di razzismo perché nera. Il forte sospetto però è che il razzismo sia stato usato solo come pretesto per monetizzare in tv.
A cura di Filippo M. Capra
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Sylvie Lubamba protesta in piazza Duomo a Milano
Sylvie Lubamba protesta in piazza Duomo a Milano

Sylvie Lubamba, salita alle cronache nazionali prima per essere stata valletta di "Markette", programma tv di Piero Chiambretti in onda su La7 dal 2004 al 2008, e poi per essere stata arrestata per avere truffato i suoi clienti nel periodo in cui faceva la escort, antecedente all'esordio televisivo, si è spogliata ieri in piazza Duomo a Milano per protestare contro la presenza di troppe "persone caucasiche" nei salotti tv a discutere di un tema delicato come quello del razzismo. Vestita solo di un paio di shorts e del reggiseno, nonostante la temperatura sottozero, la Lubamba si è fatta dipingere di bianco da due collaboratori mentre sorreggeva un cartellone che recitava: "Sbiancata in codesta maniera mi vorranno ora in tv a parlare di razzismo?".

Il sospetto: il razzismo usato come pretesto per monetizzare in tv

Che Sylvie Lubamba facesse la escort, ci importa poco. E pure che abbia truffato i suoi clienti. Per quello ha pagato scontando una pena di tre anni e nove mesi, espiata nel 2017. Proprio quell'anno, uscita di galera, aveva dichiarato a più riprese il suo stato di povertà che l'aveva indotta a fare richiesta per il reddito di cittadinanza, oltre che mettersi in coda per avere una casa popolare mentre cercava un'occupazione. Non sappiamo come sia andata a finire, né quale sia la sua situazione economica attuale (e comunque, anche di questo, ci importa poco). Ma il sospetto che la "protesta" improvvisata ieri in piazza Duomo possa essere stata pensata come una scorciatoia per tornare a godere dei proventi delle ospitate televisive è forte.

Il problema sarebbe quindi l'aver voluto utilizzare un argomento tanto importante quanto delicato come quello del razzismo, che affligge sempre più persone colpite dall'ignoranza tipica di chi ancora crede ai racconti di determinati personaggi politici, per "monetizzare" sul piccolo schermo. E allora la risposta al cartello di Sylvie è che no, nemmeno colorata di bianco, né di rosso, né di verde, la dovrebbero ospitare in tv a parlare della spinosa tematica. Per parlare di razzismo, e soprattutto combatterlo, non servono i soldi della tv.

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