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L’ex presidente del Napoli Giorgio Corbelli ai domiciliari a Brescia: condannato per reati fiscali

L’ex patron del Napoli Giorgio Corbelli sta scontando una condanna definitiva a un anno per reati fiscali nella sua abitazione a Brescia. Corbelli, imprenditore romagnolo molto legato alla città lombarda, è stato condannato per reati legati alla Finarte, importante casa d’asta dichiarata fallita nel marzo 2012. A breve a Napoli partirà il processo d’appello nei confronti dell’imprenditore per il fallimento del Napoli calcio.
A cura di Francesco Loiacono
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L'imprenditore Giorgio Corbelli ai tempi della presidenza del Napoli calcio (LaPresse)
L'imprenditore Giorgio Corbelli ai tempi della presidenza del Napoli calcio (LaPresse)

L'ex presidente del Napoli Giorgio Corbelli si trova da alcuni giorni agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Brescia, dove sta scontando una condanna diventata definitiva per reati fiscali. Corbelli, imprenditore romagnolo classe 1955, è molto legato a Brescia: è qui che negli anni Ottanta iniziò la sua attività imprenditoriale fondando Telemarket, tv privata specializzata nelle televendite. La condanna a un anno diventata esecutiva riguarda però reati legati a un'altra ex società di Corbelli, la Finarte, importante casa d'aste di Milano quotata in Borsa di cui Corbelli aveva assunto la guida e che è stata dichiarata fallita dal tribunale di Milano nel marzo 2012.

La breve era alla presidenza del Napoli calcio

Corbelli è molto conosciuto anche in ambienti sportivi. A Brescia nel corso della stagione 1988-89 era diventato presidente del Basket Brescia, società poi sciolta nel 1996. Sempre nel mondo della pallacanestro è stato patron dell'Olimpia Milano dal 2002 al 2008, prima dell'inizio dell'era Armani. L'imprenditore nato a Santarcangelo di Romagna è noto anche ai tifosi di calcio, in particolare quelli del Napoli, nei cui cuori non ha però lasciato un bel ricordo. Corbelli aveva rilevato la squadra partenopea nel 2000 acquisendo quote di maggioranza della società. L'era Corbelli è però durata solo due anni e ha lasciato strascichi a livello giudiziario: l'imprenditore è rimasto coinvolto nel crack della società partenopea del 2004 e a breve a Napoli partirà il processo d'appello nei suoi confronti.

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