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Lecco, espulsa la moglie del “pugile dell’Isis” Moutaharrik, condannata per terrorismo

È stata raggiunta da un ordine di allontanamento per motivi di sicurezza e rimpatriata in Marocco Salma Benncharki, 29 anni, moglie di Abderrahim Moutaharrik, l’atleta di kickboxing noto come “il pugile dell’Isis” per i suoi contatti con il Califfato. Con il marito è stata condannata in via definitiva per terrorismo, con l’accusa di far parte di un’organizzazione che stava pianificando attentati in Italia. Ora ha finito di scontare la pena e gli agenti della polizia di Lecco hanno eseguito il provvedimento di espulsione.
A cura di Simone Gorla
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È stata espulsa e già rimpatriata in Marocco Salma Benncharki, 29 anni, moglie di Abderrahim Moutaharrik, l'atleta di kickboxing noto come "il pugile dell'Isis" per i suoi contatti con il Califfato. Marito e moglie sono stati condannati in via definitiva per terrorismo: lui a 6 anni, lei a 3 anni e 4 mesi.

Terrorismo, espulsa e rimpatriata in Marocco la moglie del pugile dell'Isis Moutaharrik

Dopo l'arresto nell'aprile del 2016 la 29enne è stata prima in carcere e poi ai domiciliari. Ora ha finito di scontare la sua pena e, secondo quanto emerso da fonti del Viminale, è stata rimpatriata dagli agenti della polizia di Lecco, città dove viveva, in esecuzione di un ordine di allontanamento per motivi di sicurezza dello Stato firmato dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Moutaharrik era cittadino italiano, ma gli è stata notificata la revoca della cittadinanza. Rimane in carcere dove continua a scontare la sua pena.

Condannata in via definitiva, stava cercando di raggiungere i combattenti dello Stato Islamico in Siria

Secondo i giudici Salma Benncharki era parte attiva dell'associazione con finalità terroristiche. Il pugile, intercettato, in colloqui con esponenti dell'Isis in Siria parlava di organizzare un attentato in Italia e ne stava pianificando uno in Vaticano. Ma anche la moglie era in prima linea. Prima di essere arrestata Salma stava preparando il viaggio suo, di Moutaharrik e dei loro due figli, che all'epoca avevano quattro e due anni, in Siria per unirsi alle truppe dello Stato Islamico. Secondo gli inquirenti aveva avanzato lei stessa la richiesta della "tazlda" (letteralmente purificazione, benedizione; una parola di origine religiosa usata nell'ambito dell'estremismo islamico per indicare la "raccomandazione" effettuata da un aderente di un gruppo nei confronti del candidato che deve essere arruolato) a favore del marito.

Con Abderrahim Moutaharrik e Salma Benncharki sono stati condannati anche Abderrahmane Khachia, fratello di un ‘martire' morto in Siria, condannato a 5 anni e 4 mesi, e Wafa Koraichi, sorella di Mohamed Koraichi, marocchino che assieme alla moglie italiana, Alice Brignoli, era partito nel 2015 da Bulciago, nel Lecchese, per unirsi alle milizie dell'Isis portando i tre figli piccoli.

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