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Marco Carta arrestato e rilasciato

Le testimonianze dei commessi della Rinascente contro Marco Carta

Le testimonianze dei commessi della Rinascente contro il cantante Marco Carta, indagato a piede libero per furto aggravato in concorso e rinviato a giudizio. Alcuni dipendenti del magazzino milanese hanno raccontato la loro versione agli inquirenti che si occupano dell’indagine.
A cura di Enrico Tata
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Marco Carta è indagato a piede libero ed è stato rinviato a giudizio per concorso in furto aggravato. Le magliette rubate, sei dal valore complessivo di 1.200 euro sono state ritrovate nella borsa di un'amica 53enne del cantante. Ad accusare Carta sono stati i commessi e le commesse della Rinascente di Milano, testimonianze che il giudice non ha ritenuto sufficienti per applicare misure cautelari nei confronti del ragazzo. Il processo per furto, in cui sono imputati lui e la donna, si celebrerà a metà settembre.

Questi i fatti, ma contro il cantante ci sono alcune testimonianze del personale del magazzino milanese, che il Giorno ha potuto visionare tra le carte dei pm. L'allarme sarebbe suonato alle 20 e 35 all'uscita del negozio, ma in realtà, stando a quanto risulta al quotidiano lombardo, alcuni commessi stava sorvegliando la coppia già da qualche minuto a causa di un comportamento ritenuto anomalo, come se Carta e l'amica controllassero di non essere osservati.

Questo avrebbe sostenuto un commesso:

"Vedevo entrambi i soggetti prelevare delle maglie al primo piano e con le stesse salire con le scale mobili fino al terzo piano; fatto ciò, li vedevo entrare nei camerini di prova dove rimanevano svariati minuti. In questa fase, la donna restava fuori e passava le maglie al ragazzo che si trovava all’interno. Finito di passare tutte le maglie, la donna dava la propria borsa personale al ragazzo, che poco dopo usciva dai camerini. Entrambi usciti dai camerini, notavo che in mano non avevano più le maglie prelevate. Seguivo sempre visivamente i soggetti e li vedevo salire con le scale mobili e andare al quarto piano, più precisamente nei bagni adibiti al pubblico (vedevo il ragazzo entrare e uscire immediatamente). Riprendevano le scale mobili fino al piano secondo, dove il ragazzo prelevava dagli espositori due costumi da uomo  e si recava alle casse per il pagamento. Riprendevano le scale mobili fino al piano terra, dove oltrepassavano le batterie antitaccheggio facendole allarmare".

Marco Carta ha commentato così l'episodio che lo vede coinvolto su Instagram:

Un vecchio proverbio diceva "male non fare, paura non avere". Ho continuato a ripetermelo in attesa di vedere il magistrato e ho fatto bene a ripetermelo e ad aver fiducia nella magistratura che ha riconosciuto la mia totale estraneità ai fatti. Sono molto scosso in questo momento e spero e mi auguro con tutto il cuore che la stampa e il web diano alla notizia della mia estraneità al reato di furto aggravato la stessa rilevanza che hanno dato all'arresto. In questi casi quando sai di essere ingiustamente accusato pensi alla tua famiglia e alle persone a te care che leggono notizie e si allarmano e soffrono inutilmente. Vi prego di restituire a loro la serenità che meritano. Sono una persona onesta e certamente non rubo. Grazie ancora e spero mi aiutiate per me e per loro a fare chiarezza.

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