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Covid 19

Le procure di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova indagano sulla malagestione dell’emergenza Covid

Le procure di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova hanno aperto diverse indagini per accertare un’eventuale malagestione dell’emergenza Covid-19. Per il procuratore generale Rispoli, servirà una “ricostruzione rigorosa dei fatti segnalati, mantenendo un approccio prudente in considerazione dell’eccezionalità della situazione e di una serie di difficoltà nella contestualizzazione delle accuse”. Le indagini sono partite dopo numerosi esposti da parte di parenti di persone rimaste vittime o contagiate dal virus e da parte del personale sanitario che lamenta di essere rimasto infettato sul luogo di lavoro.
A cura di Filippo M. Capra
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Per l'ampia attività investigativa, per le quali sono partite le indagini delle procure di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova, circa un'eventuale malagestione dell'emergenza Covid-19, è stato dato un primo bilancio dal procuratore generale Guido Rispoli, che ha dichiarato. Per il pg servirà una "ricostruzione rigorosa dei fatti segnalati, mantenendo un approccio prudente in considerazione dell’eccezionalità della situazione e di una serie di difficoltà nella contestualizzazione delle accuse". Le indagini sono partite dopo gli esposti da parte di famigliari di contagiati e di vittime del Coronavirus e sono curate da pool ad hoc.

Sotto accusa il governo di Roma e la Regione Lombardia

I parenti di coloro che sono scomparsi o rimasti infetti dal virus, lamentano cure errate. Molti esposti giungono da famigliari di pazienti ospitati nelle Rsa, altri da chi è stato ricoverato in ospedale. Ci sono poi esposti da parte di persone del personale sanitario, di ospedali e case di riposo, che ha la convinzione di essersi ammalato sul lavoro a causa di una mancanza di protezione adeguata. Gli accusati sono il governo di Roma e la Regione Lombardia, specialmente per la mancata decisione sulla zona rossa di Nembro e Alzano, e i quadri di ospedali ed Rsa. Per il momento, le ipotesi di reato sono quelle di omicidio e lesioni colpose ed epidemia colposa. La maggior parte, per il momento, risultano però a carico di ignoti.

Per la verità, la strada è in salita

Il pg Rispoli ha poi dichiarato che "le procure hanno effettuato poche ma importanti iscrizioni, atti dovuti che, è bene sottolinearlo, in questa fase non comportano valutazioni di responsabilità". Solo a Brescia risultano aperti oltre 70 fascicoli e nemmeno un inquisito. Per la verità, però, la strada è in salita, come ammesso dallo stesso procuratore generale, poiché non vi sono autopsie, evitate per ridurre il rischio contagio, né tamponi. Rispoli ha detto che "sarà dirimente capire se siano state adottate le scelte migliori, e se non vi siano state interferenze di tipo economico o personale".

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