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Lavoro nero, a Brescia la guardia di finanza scopre 250 lavoratori irregolari

Maxi blitz della guardia di finanza di Brescia: le Fiamme gialle hanno scoperto e smantellato una rete di 250 lavoratori in nero. Erano impiegati per lo più nei settori della ristorazione e dell’organizzazione eventi. Alcuni dei lavoratori irregolari scoperti percepivano anche l’indennità di disoccupazione.
A cura di Redazione Milano
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Maxi blitz della guardia di finanza contro il lavoro nero. I militari delle Fiamme gialle di Brescia hanno scoperto e smantellato una rete composta da ben 250 persone, tutte impiegate con modalità irregolari in due particolari settori: il campo della ristorazione e quello dell'organizzazione di eventi. L'operazione dei finanzieri bresciani è stata denominata "Master Black". Nell'ambito dei controlli tra i lavoratori in nero scoperti è emerso che alcuni di loro percepivano anche l'indennità di disoccupazione, sottraendo così ingiustamente delle risorse ai danni di coloro che davvero ne avrebbero bisogno.

Operazione Master Black: impiegati nel settore della ristorazione e dell’organizzazione di eventi

Tutto partiva da un'associazione di promozione sociale attraverso la quale veniva offerto un lavoro a decine e decine di persone che poi però non erano regolarmente assunte. Tutti venivano "tesserati" iniziano così a svolgere veri e propri lavori sia nel settore dei servizi di ristorazione e catering che di organizzazione di eventi, anche in ambito internazionale: le 22 attività imprenditoriali presso le quali i lavoratori prestavano servizio erano tutte dislocate nelle provincie di Brescia, Bergamo, Milano, Cremona, Pavia, Verona, Vicenza e Bolzano. Inoltre, tra i lavoratori in nero scoperti sono stati denunciate 13 persone che percepivano l'indennità di disoccupazione. All'associazione sono stati contestati sia l'utilizzo di lavoratori in nero sia l'illecita somministrazione di manodopera, con l'irrogazione di sanzioni per oltre 500.000 euro e l'evasione dei contributi previdenziali, assistenziali ed assicurativi complessivamente dovuti per oltre 80 mila euro con l'irrogazione di sanzioni civili per 30 mila euro. Alle aziende che hanno invece fatto lavorare le oltre 250 persone sono state contestate sanzioni amministrative per più di 50 mila euro e l'addebito della relativa contribuzione non versata dall'associazione.

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