Lavoro, il gruppo Euronics-Galimberti dichiarato insolvente: ansia per i 258 dipendenti
Il gruppo Euronics-Galimberti è stato dichiarato insolvente dal tribunale di Milano. Per i 258 lavoratori dell'azienda, che conta 10 punti vendita in Lombardia e uno in Veneto, si tratta di una decisione interlocutoria che da un lato apre qualche spiraglio di speranza, ma dall'altro non fuga le paure sul futuro delle loro famiglie, da anni in bilico. Per sapere cosa ne sarà del loro destino si dovrà attendere la relazione del commissario straordinario nominato dal giudice Sergio Rossetti: entro 30 giorni si capirà se il gruppo potrà entrare in amministrazione straordinaria, una procedura che potrebbe salvaguardare i posti di lavoro.
Trenta giorni di tempo per capire se il gruppo entrerà in amministrazione straordinaria
La crisi del gruppo Euronics-Galimberti è "una situazione che viene da lontano", aveva affermato a Fanpage.it il segretario Filcams-Cgil Lombardia Mario Colleoni in occasione di un presidio dei dipendenti davanti al Palazzo di giustizia milanese lo scorso giovedì 9 gennaio. E basta vedere quanti erano i dipendenti dell'azienda nel 2013, circa 600, per capire come la crisi attraversata dal gruppo sia stata progressiva e inesorabile. "La società più volte aveva garantito che sarebbero stati ripianati i debiti e data continuità all'attività, con garanzie che sarebbero state fornite – aveva spiegato Colleoni -. Una delle responsabilità del gruppo, a nostro avviso, è legata dunque al fatto che non abbia risposto in modo positivo alle promesse fatte, e questo ha non solo alimentato preoccupazioni tra i lavoratori ma ha anche creato situazioni di difficoltà, come quella attuale che stanno vivendo ormai da anni". Adesso si spera che il tribunale valuti positivamente la possibilità di recupero della situazione economica del gruppo, che a Milano conta due punti vendita in corso Buenos Aires e in via Solari. Il segretario Filcams-Cgil ha spiegato che la priorità è la continuità occupazionale e ha sollecitato l'apertura di un tavolo al Mise, il ministero dello Sviluppo economico.