Lago d’Iseo, condannato a 5 anni l’uomo che violentava la nipote 17enne con problemi psichici
Ha abusato della nipote allora diciassettenne per qualche mese, tra l'inverno del 2013 e la primavera del 2014, approfittando della sua condizione mentale delicata. È questo quanto ha decretato la Giustizia italiana nei tre gradi di giudizio con la sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato quella emessa dalla Corte d'Appello di Brescia, condannando lo zio della vittima, un uomo oggi 77enne, in via definitiva a cinque anni di reclusione.
Ricariche cellulari in cambio di sesso
Lo zio della ragazza abusata, il fratello del nonno, aveva fatto ricorso dopo la sentenza in secondo grado arrivata lo scorso maggio, dichiarandosi nuovamente innocente, così come fatto in seguito alla sentenza di primo grado del marzo 2019. Tramite i suoi legali, aveva fatto sapere di non poter essere stato lui a molestare la nipote per via di una disfunzione erettile. Tutto il contrario di quanto dichiarato dalla vittima che, in una delle sue testimonianze, avrebbe raccontato di come la situazione si fosse presto evoluta. Da una prima circuizione dove le "chiedeva di toccarlo", all'atto sessuale vero e proprio, "ricompensato" con ricariche cellulari, anche in posti improbabili come in un cantiere, lontano dalle mura di casa. Il luogo scelto dalla ragazza per iniziare a parlare del dramma che stava vivendo è stato un bar nel quale lavorava una sua amica, la prima a sapere tutto. E sarebbe stato proprio grazie all'insistenza di questa giovane che l'allora minorenne si sarebbe convinta a denunciare il tutto per facilitare l'iter giudiziario e arrivare alla sentenza di pochi giorni fa, che ha messo definitivamente fine all'incubo vissuto dalla giovane.