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Ladro ucciso a Serle, per la Corte “Franzoni sparò mirando al bersaglio”

Secondo i giudici della Corte d’Assise di Brescia che lo hanno condannato a 9 anni e 4 mesi per omicidio volontario, Mirco Franzoni avrebbe “sparato con il fucile all’altezza della spalla nella posizione di chi è intento a mirare un bersaglio”. L’uomo, che uccise il ladro introdottosi in casa del fratello, è stato condannato anche in appello.
A cura di Chiara Ammendola
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Secondo i giudici della Corte d'Assise, Mirko Franzoni avrebbe "sparato con il fucile all'altezza della spalla nella posizione di chi è intento a mirare un bersaglio". Il caso è quello di Serle, nel Bresciano, dove il 14 dicembre 2013, Eduard Ndoj, 26enne di origini albanesi fu ucciso da Franzoni durante un tentativo di rapina in casa del fratello. L'uomo è stato condannato circa un anno fa a 9 anni e 4 mesi, condanna poi confermata lo scorso settembre anche in appello. La richiesta del pubblico ministero era stata di 16 anni.

Un uomo da una "personalità allarmante"

"La tesi difensiva di uno sparo puramente accidentale, esploso in quanto la persona offesa avrebbe cercato di strappare l'arma dalle mani dell'imputato, è del tutto irragionevole e inverosimile – si legge nelle motivazioni della sentenza che ha condannato Franzoni. Secondo i giudici inoltre l'uomo avrebbe una "personalità allarmante": dalle indagini è emerso infatti che non solo per sparare abbia utilizzato un'arma "di elevatissima potenzialità offensiva", ma anche perché lo stesso dopo aver ucciso Ndoj ha fatto sparire fucile e proiettili e ha predisposto "una falsa tesi difensiva con il compiacente aiuto di testimoni che hanno reso dichiarazioni false per coprire l'amico".

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