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Ladri rubano la protesi della pugile Erika Novarria, il suo appello: “Riportatemi il mio piede”

La pugile milanese Erika Novarria ha lanciato sui social un appello per ritrovare la sua protesi, che era all’interno dell’auto che ignoti le hanno rubato la scorsa notte: “Senza è come se non potessi più allenarmi, riportatemi il mio piede, vi prego”.
A cura di Francesco Loiacono
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Erika Novarria (a sinistra), impegnata in un incontro di boxe (Facebook)
Erika Novarria (a sinistra), impegnata in un incontro di boxe (Facebook)

Ha lanciato un disperato appello sui social network per ritrovare la sua protesi, rubata assieme alla sua auto. Protagonista la boxeur milanese Erika Novarria, che si allena nella scuola di pugilato Testudo di Cernusco sul Naviglio. La scorsa notte (tra l'1 e il 2 maggio), l'atleta ha subito il furto della sua auto. All'interno della vettura c'era però qualcosa di estremamente più prezioso per lei, che nel 2009 rimase vittima di un grave incidente stradale e subì l'amputazione della gamba destra. Da allora Erika si allena e combatte sui ring grazie a una protesi realizzata appositamente: proprio la sua gamba artificiale era però all'interno della vettura che i ladri le hanno portato via. "Ti svegli e la tua macchina non c'è più….e con lei il piede challenger che uso per vivere nello sport, senza quello è come se non potessi più allenarmi….vi PREGO riportatemelo….O lasciate la macchina da qualche parte…vi supplico…. TARGA FH864LN TOYOTA CHR BIANCO PERLA TETTO NERO", ha scritto ieri mattina l'atleta su Facebook.

L'appello è stato condiviso da molte persone sui social network e ripreso anche da diverse testate giornalistiche. Alcune ore dopo il furto una donna ha contattato la pugile dicendole di aver trovato un borsone con all'interno il suo computer. Ventiquattr'ore dopo il furto, però, dell'auto come della protesi non c'era ancora nessuna traccia: "Trascorse ormai 24 ore…della mia CHR adattata nessuna traccia…della mia protesi nemmeno…LIBERTÀ PERSA ***RIPORTATEMI IL MIO PIEDE VI PREGO***", ha scritto l'atleta. La protesi della ragazza era in una borsa dell'Adidas nera insieme a tutta l'attrezzatura da boxe: essendo realizzata su misura per lei è difficile che qualcun altro possa utilizzarla. Per Erika, invece, si tratta di un oggetto fondamentale: "Senza non mi posso allenare, è stata realizzata appositamente per consentirmi di praticare attività sportiva e la utilizzo solo per il pugilato. E poi l’auto è la mia vita – ha aggiunto la pugile – nel senso che rappresenta la mia indipendenza ed era stata adattata tenendo conto delle mie esigenze. Per me usare i mezzi richiede un notevole dispendio di tempo e di energie".

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