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La storia di Michael, 18 anni: “Ho sconfitto il bullismo sfogando la rabbia nel rap”

Michael Bernardoni, 18 anni, ha inciso un brano rap in cui racconta anni e anni di prevaricazioni, di scherzi, di prese in giro. E adesso le scuole lo chiamano per sensibilizzare i ragazzi e contrastare il bullismo.
A cura di Enrico Galletti
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Le statistiche parlano di dati del bullismo che crescono in continuazione. Ci sono ragazzi che subiscono in silenzio, giovani che hanno il coraggio di rialzarsi e qualcuno che trova addirittura la forza di rispondere. E poi ci sono ragazzi che fanno dell'esperienza con il bullismo il senso di una battaglia. Il fondamento di una campagna da condividere con tutte le persone ‘schiacciate' dai prepotenti. È il caso di Michael Bernardoni, 18 anni, studente cremonese che ha scelto di raccontare la sua storia, e di farlo in un modo speciale, perché possa diventare un esempio per tutti.

Michael, raccontaci di te e del tuo passato.

"Sono un ragazzo come tanti altri. A scuola ho cominciato a essere preso di mira dai bulli. Ogni occasione era buona perché mi deridessero e diventassi lo zimbello della classe. I primi momenti mi sembravano insormontabili, mi sono sempre detto che non sarei riuscito a sopportare la prepotenza di chi si prendeva gioco di me. Ma alla fine ce l’ho fatta".

E ce l’hai fatta a modo tuo, prendendoti anche una piccola rivincita…

"Sì. Ho sconfitto il bullismo in un modo particolare. Ho inciso un brano rap in cui racconto anni e anni di prevaricazioni, di scherzi, di prese in giro. Anni di lacrime e di pianti, di esasperazione e di tristezza continua. Racconto gli anni in cui la voglia di andare a scuola calava e la paura cresceva in continuazione. Con questo pezzo ho sognato di lanciare un messaggio, quello che essere forti e continuare a credere in se stessi può davvero aiutare a uscire da qualsiasi tunnel".

Come mai proprio un brano rap?

"Ho risposto a tutto ciò che mi capitava con quello che mi riesce meglio: cantare. Il calcio al bullismo lo si può dare in diversi modi. C’è chi scrive, chi si esprime a parole e, purtroppo, chi si mette in gioco con la violenza. Io ho scelto l’arma della musica, che a volte può davvero aiutare a riflettere su se stessi e sugli altri".

Il brano rap, corredato da un videoclip che ricostruisce i momenti in cui i bulli si prendevano gioco di lui dentro e fuori da scuola, scorre a ritmo di frasi forti e incisive. Con lo scopo di fare breccia nelle menti e di arrivare alla coscienza di chi ogni giorno se la prende con i più deboli.

Facci capire di cosa parla questo brano. Cita una frase, una frase simbolica.

"‘Resto qui nel buio che rifletto sul futuro – recita il testo -, e nulla sembra più brutto di quello che mi ha distrutto. Mentre una lacrima scende sul mio viso, io penso che tu viva la tua vita sempre con il sorriso’. A prendersi gioco di me, qualche anno fa, sono stati i miei stessi amici. Ogni giorno, dopo la violenza verbale che ricevevo, tornavo a casa e mi chiedevo se chi mi prendeva di mira piangesse, come facevo io ogni giorno".

Dopo l’uscita di questo brano cos’è successo?

"Le note del pezzo rap hanno spiccato il volo. E in poco tempo hanno raggiunto soprattutto i giovani. Non c’è modo migliore di arrivare agli adolescenti se non con la loro musica, quella che ascoltano ogni mattina andando a scuola. A quel punto è cominciata una vera e propria battaglia al fianco di chi è vittima di bullismo, come lo sono stato io prima di riuscire a rivedere la luce".

Una missione che porti anche nelle scuole…

"Sì, alcuni insegnanti mi hanno chiamato direttamente nelle loro classi per parlare ai giovani. Per prevenire il bullismo si parte diffondendo quella cultura del rispetto che è fondamentale tra le persone".

Qualche progetto per il futuro?

"Sicuramente continuare a impegnarmi per portare avanti questa battaglia importante. E poi seguire la mia grande passione della musica, che spero un giorno possa diventare un lavoro. Comunque vada, però, non dimenticherò mai questo mio inizio, che mi ha insegnato tanto. Sconfiggere il bullismo è possibile. Si può fare in tanti modi, persino a ritmo di rap. A tutti i giovani che sono in difficoltà dico: ‘Non abbiate paura'".

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