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La storia del finanziamento da 1 milione di dollari da Bill Gates a un ex operaio brianzolo

La Bill Gates Foundation scommette su un’azienda italiana con un finanziamento da un milione di euro a favore del progetto di un ex operaio brianzolo di 72 anni, Vincenzo di Leo, che ha inventato una pompa innovativa che potrebbe portare igiene e debellare alcune malattie nei contesti più poveri dei Paesi in via di sviluppo.
A cura di Redazione Milano
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Un ex operaio brianzolo,Vincenzo di Leo, 72 anni, ha ricevuto un finanziamento da un milione di dollari da Bill Gates.

Un milione di euro da Bill Gates per il progetto di un'azienda brianzola

È la prima volta che la Bill Gates Foundation scommette su un’azienda italiana. La storia, riportata dal Corriere della Sera, riguarda una ditta con quattro dipendenti con base a Cavenago, in provincia di Monza. Il finanziamento è stato ottenuto per sviluppare un progetto con finalità sociali: una pompa da usare nei Paesi in via di sviluppo per ridurre la diffusione di malattie trasmesse attraverso le latrine da campo, pozze d’acqua e liquami.

Una pompa "leggera" da usare nei Paesi in via di sviluppo

Tutto ha avuto inizio all’Ifat (Fiera mondiale per la gestione di acqua, fognature, rifiuti e materie prime) di Monaco di Baviera, quando un emissario della Gates Foundation notò nello stand della società brianzola e la pompa Tarua esposta. Colpito dalla natura innovativa dello strumento, capace di far passare detriti insieme ai liquidi, ha segnalato il progetto al fondatore di Microsoft, secondo uomo più ricco del mondo, la cui fondazione ha tra i suoi obiettivi portare igiene e debellare le malattie nei contenti più svantaggiati.

Qualche mese dopo è arrivato il bonifico dagli Stati Uniti per sviluppare l'invenzione, con delle condizioni:  la pompa dovrà essere ridotta dal peso di 300 chili a quello di 70 chili. Due donne dovranno poterla trasportare a braccia. Modifiche difficili da raggiungere: “Adesso siamo in dirittura d’arrivo ma abbiamo dovuto ripensare tutto e in un primo momento sembrava impossibile: mi sono seduto davanti a quella macchina per sei mesi per capire come fare”, ha raccontato il 72enne.

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