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La protesta dei commercianti di Codogno: “Vogliamo riaprire”

Oggi in piazza i commercianti nel paese epicentro del contagio di coronavirus in Lombardia. Il sindaco è sceso dal suo ufficio interloquendo con i manifestanti.
A cura di Redazione Milano
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Codogno è un piccolo paese alle porti di Lodi, diventato famoso in tutta Italia per essere uno degli epicentri del contagio del coronavirus e dove è stato individuato il primo caso in Lombardia. Oggi nella piazza del comune si è tenuta una manifestazione di alcuni commercianti che, indossando mascherine e guanti e con cartelli con su scritto "Il silenzio degli innocenti", hanno manifestato chiedendo di poter riaprire.

Il sindaco Francesco Passerini è sceso dal suo ufficio e ha interloquito con i manifestanti, dichiarando successivamente all'Ansa: "Quella dei commercianti è una protesta comprensibile, l'assenza di tutele per le loro categorie li preoccupa e li capisco, visto che le loro attività sono bloccate da 70 giorni e c'è la previsione che riaprano il primo giugno. Servono regole chiare e certe per ripartire e che arrivino delle misure di sostegno, visto che il 90% delle attività ha anticipato la cassa integrazione con soldi propri".

Il primo cittadino di Codogno aveva fatto sentire la sua voce in occasione della prima visita del premier Giuseppe Conte in Lombardia, lanciando dure accusedure accuse al Governo: "Presidente Conte, siamo contenti di riuscire a parlarle dopo più di due mesi e svariate richieste ma non ci accontentiamo delle passerelle e vogliamo ciò che abbiamo legittimamente chiesto e che serve alla nostra economia per ripartire. Tutto il territorio lodigiano è stato pesantemente danneggiato e per questo chiediamo: un fondo di investimento specifico, le coperture per azzerare tutte le imposte locali per il 2020, l'ammontare delle risorse a noi destinate, i criteri di assegnazione ai singoli Comuni e i tempi certi di erogazione, senza i quali non si può fare programmazione. A Lodi siamo abituati a fare non a parlare, se ci rispetta ci ascolti".

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