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Il sindaco di Codogno attacca Conte: “Ci aspettavamo di più, non bastano le passerelle”

Parole contrariate quelle pronunciate dal sindaco di Codogno, Francesco Passerini, nei confronti del premier Conte dopo la sua prima visita in Lombardia dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. Il primo cittadino ha accusato primo ministro di aver abbandonato i comuni del Lodigiano: “Dal premier Conte ci aspettavamo di più, siamo stati i primi a soffrire e gli ultimi a ricevere visite”, si legge nella nota firmata tra gli altri da altri nove sindaci della ex zona rossa.
A cura di Chiara Ammendola
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Francesco Passerini, sindaco di Codogno (Foto Fb: Lega Codogno)
Francesco Passerini, sindaco di Codogno (Foto Fb: Lega Codogno)

"Dal premier Conte ci aspettavamo di più, siamo stati i primi a soffrire e gli ultimi a ricevere visite", così il sindaco di Codogno, comune del Lodigiano dove è stato individuato il primo caso di Covid-19. Dopo la visita del presidente del Consiglio, Francesco Passerini, a nome di tutti i primi cittadini dei 10 comuni del Lodigiano messi in quarantena il 24 febbraio ha commentato in una nota l'incontro con il primo ministro. "Siamo stati i primi reclusi e gli ultimi a essere ascoltati – si legge nella nota – ci siamo sempre arrangiati, non ci avete mandato nulla, non avete nemmeno risposto alle nostre lettere e addirittura ci avete infangato accusando ingiustamente uno dei nostri ospedali".

Fondo di investimento e coperture per azzerare le imposte locali

Proprio in merito a questo punto il primo cittadino di Codogno ha fatto sapere di aver chiesto un confronto così da trovare un punto d'incontro, mentre Conte avrebbe negato di aver criticato il presidio: il riferimento è alle parole del premier pronunciate lo scorso 25 febbraio, pochi giorni dopo la scoperta del paziente 1, che parlando del presidio ospedaliero di Codogno ne aveva criticato la gestione definendola poco prudente. "Presidente Conte, siamo contenti di riuscire a parlarle dopo più di due mesi e svariate richieste ma – continua la nota – non ci accontentiamo delle passerelle e vogliamo ciò che abbiamo legittimamente chiesto e che serve alla nostra economia per ripartire. Tutto il territorio lodigiano è stato pesantemente danneggiato e per questo chiediamo: un fondo di investimento specifico, le coperture per azzerare tutte le imposte locali per il 2020, l'ammontare delle risorse a noi destinate, i criteri di assegnazione ai singoli Comuni e i tempi certi di erogazione, senza i quali non si può fare programmazione. A Lodi siamo abituati a fare non a parlare, se ci rispetta ci ascolti".

Vogliamo sapere quali attività riapriranno per adottare le misure di sicurezza adatte

La nota si conclude con la richiesta dei dieci sindaci al premier di "conoscere prima del 4 maggio l'elenco delle attività che riapriranno per adottare le misure necessarie in materia di mobilità e trasporto, per la regolazione degli orari degli uffici e degli esercizi, per regolare il corretto utilizzo da parte dei cittadini degli spazi pubblici".

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