La proposta di Sel: “Un quartiere a luci rosse anche a Milano”
Un quartiere a luci rosse anche a Milano? Dopo quanto prospettato per l'Eur di Roma – anche se è arrivato il parere contrario del prefetto Pecoraro – il capogruppo di Sel a Palazzo Marino, Mirko Mazzali, ha proposto di istituire anche nel capoluogo lombardo delle zone di "tolleranza" dove esercitare la prostituzione. Si tratterebbe di un quartiere, o una o più strade, dove si possa concentrare chi esercita la professione più antica del mondo, in maniera da controllare e sottrarre alla malavita il fenomeno. Una tutela dal punto di vista della "dignità e del salario", secondo Mazzali, ben consapevole comunque che la prostituzione sia un problema più ampio.
Il Pd diviso
La proposta di Mazzali ha subito provocato diverse reazioni. Il Pd si è diviso tra favorevoli, come il consigliere Carlo Monguzzi, e contrari, come tutta l'ala cattolica. Per Monguzzi è "buona l'idea del quartiere a luci rosse anche a Milano". Sul suo profilo Facebook il consigliere ha scritto che, anche se "luoghi dove le persone consenzienti scambiano il loro corpo per denaro non mi entusiasmano", forse sono l'unica soluzione per contrastare il racket della prostituzione. Diverso il parere del consigliere Andrea Fanzago, che si dice "contrario a questa finta soluzione" e afferma che non se ne è mai discusso né nel gruppo né nel partito.
"Mazzali dica di che zona di Milano sta parlando, altrimenti sono solo chiacchiere da bar", è stata invece la replica dell'ex vicesindaco Riccardo De Corato, di Fratelli d'Italia, secondo cui "la strada giusta è ancora una volta quella tracciata da Regione Lombardia dal centrodestra, che ha proposto un referendum per la parziale abolizione della legge Merlin: controlli di Asl e finanza, cooperative, sradicamento della malavita e dello sfruttamento". Gino Pagliuca, di Forza Italia, intervenuto lunedì in Consiglio comunale ha invece commentato: "Quest’aula dovrebbe affrontare senza tabù il problema perché non resti uno strumento per fare soldi in mano alla malavita ma perché sia garantito alle persone che scelgono questa attività, sia a chi la esercita sia chi vi ricorre, un luogo in cui poterlo fare in sicurezza".