La polizia locale di Milano scopre un traffico internazionale di rifiuti pericolosi: 6 denunce

Recuperavano batterie esauste di auto, camion e treni e le portavano all'estero, dove venivano smaltite illegalmente. Sei persone, tre italiane e tre romene, sono state denunciate dalla polizia locale di Milano con l'accusa di traffico internazionale di rifiuti pericolosi e omessa gestione degli stessi. Le indagini, durate quasi un anno e condotte dall’Unità centrale informativa della polizia locale, sotto la supervisione del comandante Antonio Barbato, sono partite dai controlli fatti nei dintorni della ricicleria che si trova vicino al cavalcavia delle Milizie, che in passato avevano già portato alla denuncia di otto persone con l'accusa di smaltimento illecito di rifiuti.
Le sei persone recuperavano le batterie esauste da officine compiacenti, campi nomadi, riciclerie autorizzate o depositi delle ferrovie. Successivamente le stoccavano in alcuni container a sud di Milano, in due aree gestite dai tre cittadini italiani: una famiglia composta da marito, moglie e figlio. Ogni fine settimana, i container carichi dei rifiuti pericolosi venivano caricati su camion e trasportati in Romania, dove venivano smaltite illegalmente. In alcuni casi, però, è stato accertato come le batterie siano state distrutte per recuperare le barre di piombo: le sostanze altamente inquinanti presenti, liquidi come acido solforico e prodotti derivati, finivano nel suolo.
Liquidi pericolosi versati nei terreni a sud di Milano
Per questo, sul terreno dei due depositi – sequestrati – saranno effettuati controlli per verificare eventuali danni ambientali. Tutta la merce sequestrata – circa 100 tonnellate di batterie pronte ad essere spedite all’estero, di cui un primo carico di 30 tonnellate intercettato pochi metri prima di varcare il confine con la Slovenia – è stata consegnata al Consorzio nazionale raccolta a riciclo, per essere smaltita a norma di legge.
Soddisfatta dell'operazione l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza: "La criminalità non ha colore o nazionalità, come è evidente in questo caso che vede associata una famiglia italiana e tre rumeni per meglio organizzare il traffico di rifiuti. A volte i cittadini lamentavano l’assenza della Polizia Locale come presidio della ricicleria. La realtà è che la loro presenza in borghese aveva lo scopo di colpire il bersaglio più grosso".