La Pinacoteca di Brera ha riaperto, ma 16 lavoratori restano in cassa integrazione

Lo scorso 9 giugno la Pinacoteca di Brera, a Milano, ha riaperto al pubblico dopo i lunghi mesi di lockdown. A differenza di altri musei cittadini la Pinacoteca, diretta da James Bradburne, si è presa qualche giorno in più per tornare ad aprire le sue porte ai visitatori. Ha scelto un giorno simbolico: il 9 giugno di 70 anni fa, nel 1950, il museo simbolo di Milano infatti celebrava un'altra apertura, dopo i bombardamenti del 1943.
Lavoratori della biglietteria e del bookshop in cassa integrazione
Tutto bene, dunque? Non proprio. Perché per alcuni lavoratori del museo il 9 giugno non ha rappresentato una vera e propria ripartenza, anzi. Sono 16, spiega la Cgil in una nota, i lavoratori che sono rimasti in cassa integrazione. A differenza del museo, infatti, né la biglietteria né il bookshop hanno riaperto. Si tratta di servizi affidati in appalto, e dunque non di veri e propri dipendenti del museo. Ma per queste 16 persone il futuro rappresenta una grossa incognita: l'ultima proroga della gestione è scaduta il 5 maggio, quando la Fase 2 dell'emergenza sanitaria da Coronavirus era appena partita, e da allora non c’è stato nessun rinnovo. I 16 lavoratori, dopo essere rimasti bloccati nelle loro case per via del lockdown, adesso si trovano bloccati anche in un limbo lavorativo in attesa dell’aggiudicazione del nuovo appalto, che deve essere assegnato da Consip, centrale acquisti della pubblica amministrazione in Italia.
Presidio/flash mob il 17 giugno
Per questo motivo il 17 giugno, alle ore 11 i lavoratori della biglietteria e del bookshop della Pinacoteca hanno organizzato un presidio e un flash mob davanti al museo per difendere il proprio futuro e quello delle loro famiglie. "Chiediamo a James Bradburne, direttore del museo, di occuparsi del destino dei suoi collaboratori – spiegano in una nota Filcams Cgil Milano, Cgil Milano e Slc Cgil Milano -. Non si possono infatti trattare i dipendenti dei servizi in appalto come corpi estranei. Ognuno si assuma le sua responsabilità e si riconosca il valore del lavoro di tutti".