La pallavolista Alessia Orro vittima di stalking: “Ho vissuto un incubo tra paure e attacchi di panico”
Una storia di stalking, l'ennesima, ai danni di una donna finita questa volta con l'arresto dello stalker e con la fine di un incubo per la vittima. A raccontare quanto accaduto è proprio lei, la pallavolista Alessia Orro, giocatrice 21enne della Unet E-Work di Busto Arsizio e della nazionale italiana. "All’inizio ero convinta che fosse un ammiratore, poi sono arrivati messaggi piuttosto pesanti – ha spiegato la giovane sportiva in una conferenza stampa – me lo sono ritrovato praticamente da tutte le parti. Mi sono sentita seguita, ovunque".
Mi seguiva ad ogni allenamento o partita
Lui, lo stalker, è un professionista di 53 anni di Novara, Angelo Persico, che a inizio estate ha cominciato a scrivere messaggi alla 21enne, messaggi che pian piano sono diventati più spinti, morbosi, invadenti. Da qui la decisione di Alessia di bloccare i contatti dell'uomo sui social: la cosa non è però servita. Persico ha creato una serie innumerevole di account falsi per continuare a inviarle messaggi, si è presentato puntualmente ad ogni suo allenamento o partita: "Ma quando sono tornata a Busto per la ripresa degli allenamenti mi sono resa conto che purtroppo era solo l’inizio. Lui era ancora lì".
Non abbiate paura ragazze, denunciate
Gli episodi sono andati avanti per settimane, ha raccontato Alessia Orro, che ha iniziato a perdere concentrazione anche durante le gare: "Lui è stato a due amichevoli della Uyba: a Piacenza e a Olbia. Sinceramente in queste due partite ho pensato di più alla situazione, a lui che era a bordo campo che a concentrarmi per le partite. È stato difficile… appena mi giravo era lì, mi fissava in continuazione". Poi la paura e gli attacchi di panico, e infine la decisione di raccontare tutto alle compagne di squadra che l'hanno sostenuta e insieme alla società le sono state accanto in questo lungo percorso terminato con l'arresto di Persico. "Voglio dire alle vittime di stalking di non aver paura e di denunciare i fatti perché la situazione può davvero diventare molto pericolosa".