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La madre aizza quattro cani contro i carabinieri per difendere il figlio spacciatore

In casa due cugini nascondevano 27.000 euro in contanti e 90 grammi di cocaina, oltre a tutto il necessario per tagliare e confezionare lo stupefacente. Denunciate per resistenza a pubblico ufficiale la mamma e la sorella di uno dei pusher perché, all’arrivo dei carabinieri per la perquisizione domiciliare, non hanno fermato i quattro cani che hanno messo in pericolo l’incolumità dei militari.
A cura di Redazione Milano
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Immagine di repertorio
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Per allontanare i carabinieri dalla loro abitazione non hanno esitato ad aizzare quattro cani di razza Amstaff contro di loro. La storia arriva da Novate Milanese, comune alla periferia Nord Est di Milano, dove i militari della stazione locale da diverso tempo avevano individuato dei movimenti sospetti attorno a un'abitazione in via Volta. Un continuo andirivieni di persone che si fermavano per qualche minuto per poi ripartire. Un traffico che aveva convinto i carabinieri di un'attività di spaccio. Una confermata arriva quando, durante un appostamento, hanno visto un giovane in Smart fermarsi, scambiare denaro con un involucro con un altro ragazzo e poi risalire in macchina. Immediatamente sono scattati i controlli, confermando la cessione di sostanza stupefacente, arrivando così a una casa occupata da un pregiudicato. Questa era la base dell'attività di spaccio e all'interno si trovavano un 27enne di Novate assieme al cugino, e la mamma e la sorella del primo.

In casa nascondevano 27.000 euro e 90 gr di cocaina

Proprio queste due avrebbero aizzato gli animali contro i militari nel tentativo di prendere tempo e permettere ai due giovani di far sparire le tracce delle attività illegali. Alla fine della perquisizione sono stati rinvenuti 27.000 euro in contanti, ritenuti il provento dell'attività di spaccio, 56 grammi di cocaina, 90 grammi di sostanza da taglio e tutto il necessario per confezionare e pesare lo stupefacente I due cugini sono stati arrestati con l'accusa di spaccio, mentre le loro familiari devono rispondere di resistenza a pubblico ufficiale.

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