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“La coltivo io”, donna di 60 anni di Samarate trovata con più di un chilo di marijuana: arrestata

Una donna di 60 anni di Samarate, paese in provincia di Varese, è stata arrestata dalla polizia di Milano poiché trovata in possesso di qualche grammo di cocaina e oltre un chilo di marijuana. In sua difesa, la donna ha dichiarato di coltivare personalmente l’erba poiché consumatrice abituale. Ciò non le ha impedito di essere arrestata.
A cura di Filippo M. Capra
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Una donna di circa 60 anni è stata arrestata dalla polizia di Milano per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. È stata fermata per un normale posto di blocco dagli agenti poco fuori Segrate, paese in provincia del capoluogo lombardo, mentre era a bordo con un amico del marito. Entrambi, si è scoperto successivamente, sono consumatori di marijuana.

Trovato oltre un chilo di marijuana, la 60enne: La coltivo io

Stava tornando presumibilmente verso casa, a Samarate, paese in provincia di Varese, quando la paletta della volante della polizia di Stato si è alzata, fermando il veicolo sul quale viaggiava. La donna, alle domande degli agenti, è parsa agitata e ansiosa di finire quanto prima il colloquio con le forze dell'ordine. Tale comportamento ha inevitabilmente fatto insospettire i poliziotti, che hanno provveduto con una prima perquisizione, rinvenendo nella borsa della donna tre involucri contenenti cocaina per un totale di 11 grammi circa. Successivamente, controllando il veicolo, gli agenti hanno anche trovato ulteriori due pacchi di marijuana per un peso totale di oltre un chilo. Per questo motivo i poliziotti hanno deciso di farsi accompagnare presso il domicilio della 60enne, dove, in un armadio, sono stati trovati altre due buste piene di erba. La donna si è quindi giustificata con gli agenti dichiarando che la marijuana ritrovata è di sua propria coltivazione. Ciò, comunque, non ha evitato che venisse arrestata. La 60enne è comparsa davanti al giudice per il processo con rito direttissimo. Il suo legale ha però chiesto i termini a difesa al fine di permettere ad un consulente l'analisi della sostanza rinvenuta per calcolare il thc, il principio attivo della marijuana. Quindi, il tribunale ha deciso di concederle i domiciliari rinviando l'udienza del processo al prossimo luglio.

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