L’Italia perde un altro grande industriale: è morto Giannantonio Brugola, il re delle viti

Giannantonio Brugola, il figlio dell'inventore della caratteristica vite famosa in tutto il mondo, è morto sabato a 72 anni, stroncato da un male incurabile. Dall'età di 16 anni aveva preso le redini dell'azienda fondata nel 1926 dal padre Egidio, facendola diventare una multinazionale da 120 milioni di euro. Dopo la scomparsa di Michele Ferrero, con Giannantonio Brugola l'Italia perde un altro dei suoi grandi industriali, capaci di partire da una ditta a conduzione famigliare e di renderla competitiva nel mercato globale. In tanti anni di attività la ditta Officine Egidio Brugola non aveva mai licenziato un operaio né fatto un minuto di cassa integrazione. Qualche giorno fa, anzi, d'axccordo con i sindacati l'azienda aveva concordato di assegnare un premio di 1000 euro a ogni lavoratore.
Un'eccellenza italiana all'estero
Giannantonio Brugola aveva portato l'azienda di Lissone, in provincia di Monza e Brianza, a produrre sette milioni di viti al giorno, in 800 modelli diversi, vendute a 42 aziende di motori in tutti e cinque i continenti. Proprio la specializzazione nella produzione di viti ad alta tecnologia per i motori era stata una delle tante intuizioni di Brugola, che avevano permesso alla sua azienda di fronteggiare la concorrenza dei Paesi dell'Est. Il cuore dell'azienda, che esporta quasi il 100 per cento della propria produzione, è sempre rimasto a Lissone, nella profonda Brianza: solo qualche giorno fa è entrata in funzione il primo stabilimento aperto all'estero, nel Michigan. Adesso la conduzione dell'azienda sarà presa dal figlio di Brugola, che si chiama Egidio proprio come il nonno, da cui tutto ha avuto inizio.