L’asilo degli orrori a Milano: altre due maestre indagate, i bimbi legati con le cinghie
A quasi un anno di distanza torna alla ribalta l'asilo "degli orrori" di viale Sarca a Milano. La struttura, che fa parte della rete "Babyworld", nel luglio scorso era finita al centro di uno scandalo per le presunte violenze perpetrate ai danni di 13 bambini di età compresa tra i 10 mesi e i due anni. Particolarmente crude le immagini riprese dalle telecamere nascoste installate dai carabinieri alcune settimane prima dell'operazione, che aveva portato all'arresto del titolare della struttura, Enrico Piroddi, e della sua compagna nonché coordinatrice dell'asilo Milena Ceres. Nei filmati si intuivano urla, si vedevano bambini costretti ad alimentarsi al buio, altri legati con cinghie: perfino un bimbo morso in faccia dalla Ceres. Circostanza che aveva portato i carabinieri a fare irruzione nell'asilo, arrestando i due gestori.
Indagate altre due maestre dell'asilo
Per la Ceres, dopo i domiciliari, è arrivato un primo patteggiamento: ha concordato una pena di 2 anni e 9 mesi. Il compagno Piroddi, tornato in libertà dopo alcuni giorni con il divieto di lavorare per un anno nell'asilo, ha ricevuto adesso l'avviso di conclusione delle indagini, coordinate dal pubblico ministero Gianfranco Gallo: per lui le accuse sono di concorso in maltrattamenti, lesioni e sequestro di persona. Altri episodi di maltrattamenti sono contestati alla compagna Ceres: riguardano sei bambini, una delle quali sarebbe stata imboccata con la forza e rinchiusa da sola al buio nella toilette. Ma la novità più importante è il coinvolgimento nella vicenda di altre due maestre dell'asilo, che risultano indagate per concorso in maltrattamenti su minori e sequestro di persona. Secondo il pm le due insegnanti, nel loro ruolo, avrebbero potuto impedire i maltrattamenti ma non l'hanno fatto: da qui l'accusa del concorso di colpa.
Le famiglie dei bambini che sarebbero stati oggetto di violenza sono assistite dall'avvocato Giulio Canobbio tramite la onlus "La via dei colori". Adesso si attende la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm e l'udienza preliminare, nella quale il legale ha già preannunciato che chiederà un incidente probatorio – una sorta di riapertura della fase di indagini per produrre prove che possano essere utilizzate nel corso del processo -: l'avvocato intende dimostrare come gli abusi subiti dai bimbi abbiano prodotto conseguenze a livello fisico e psicologico che perdurano ancora oggi, a circa un anno dai fatti contestati.